Nel corso di una interessante degustazione di vini francesi – Bordeaux, Borgogna
e Alsazia – svoltasi lo scorso venerdì presso il Turn Over Bar di Saluzzo
racconto di questo vino che ha diviso non poco la platea a causa di notevoli
differenze emerse da bottiglia a bottiglia.
Christian Binner – aderente al manifesto Triple A - è uno dei
pionieri della cultura biodinamica in Alsazia, royaume dei grandi vini bianchi dove i rossi – pochi – non se li
fila quasi nessuno. Leggere Pinot Noir dell’Alsazia, quando il collegamento
naturale e immediato è con la
Borgogna, potrebbe facilmente generare diffidenza,
pregiudizi ed opinioni precostruite.
Per questo Pinot Noir si tratta di una produzione davvero piccola – circa 4.000
bottiglie – e di un millesimo da considerare giovane, che necessita di
affinamento in vetro.
Dietro suggerimento del sommellier, il vino è stato atteso una
mezz’ora circa nel calice. E’ di un rubino scarico e limpido. Al naso
- la sua giovinezza si percepisce - è elegante e di bella freschezza. Emergono
sentori di spezie unite a buona balsamicità, cui seguono note di lampone,
ciliegia e dei cenni erbacei.
In bocca presenta subito una residuale carbonica, presumo frutto
di una rifermentazione in bottiglia, che poco dopo scompare. La paletta
aromatica è di una sostanziale coerenza olfattiva oltre a confermare la giovinezza del vino. Ha buona sapidità con acidità questa sì molto, troppo
marcata. Tannini vivaci, a tratti anche spigolosi, tuttavia con beva invitante.
Chiude su note speziate e fruttate ed un leggero cenno amarognolo, con discreta
persistenza. Questo è il resoconto dei miei due calici figli della stessa
boccia.
Per onestà sottolineo che ho effettuato alcuni assaggi da altre
bottiglie, dopo che alcuni degustatori avevano espresso giudizi davvero
negativi, soprattutto in relazione allo spettro olfattivo. Alla luce di ciò, riconosco che mi sono trovato d’accordo con quelle valutazioni.
In effetti al naso si percepivano evidenti note animalesche, di pellame, di
feccia, sgradevoli tout court, che
non si sono dileguate né con l’ossigenazione, nè col passare del tempo. In taluni casi si sono purtroppo accentuate.
Dunque, il mio giudizio rimane, per
il momento, sospeso, in attesa di altri assaggi, magari tra qualche tempo. Viste
le parecchie difformità tra un calice e l’altro, ricorro all’uso di un lemma da
caserma d’antan rubricandolo alla voce rivedibile.
Chi era presente alla serata, qualora lo ritenga utile,
può postare le sue, ben accette, considerazioni.
Per completezza vi elenco le date delle prossime degustazioni serali:
Venerdì 8 marzo Azienda Agricola Franco Mondo San Marzano Oliveto (At)
Venerdi 15 marzo Azienda Agricola Vezzoli Erbusco (Bs)
Venerdi 22 marzo Cav. G.B. Bertani Grezzana (Vr)
Per info e prenotazioni (consigliate) Turn Over Bar Saluzzo 0175 219571.
Per completezza vi elenco le date delle prossime degustazioni serali:
Venerdì 8 marzo Azienda Agricola Franco Mondo San Marzano Oliveto (At)
Venerdi 15 marzo Azienda Agricola Vezzoli Erbusco (Bs)
Venerdi 22 marzo Cav. G.B. Bertani Grezzana (Vr)
Per info e prenotazioni (consigliate) Turn Over Bar Saluzzo 0175 219571.
In effetti ho avuto la sfortuna di aprire le 3 bottiglie, su 4, non buone e per concludere le divergenze in tema olfattivo dire che sto vino puzza di piede!
RispondiEliminaCiao Anonimo Gaudente, intanto ti ringrazio per il tuo contributo. Va da sè che se due indizi costituiscono una prova, tre bottiglie su quattro è qualcosa che va ben oltre. Venerdì tirava una brutta aria - per non dire tempesta - dalle parti di Binner. Potremo sempre consolarci con delle bolle, a partire da Vezzoli, tra due settimane, sperando che il "gaudio" sia...magnum e tu possa infondere nuova linfa al tuo nick, così bistrattato l'altra sera.
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