venerdì 28 ottobre 2016

Gosset Champagne Grand Millésime 2004




Non più di settanta mila bottiglie, per questo millesimato, la cui cuvée è composta da 55 parti di Pinot Noir e 45 di Chardonnay, otto anni sui lieviti, tre di sboccatura.

Un’espressione di maturità pervade il naso e coinvolge, sostanzialmente, tutta la paletta aromatica. Domina, per dirla alla francese, il carattere confit. E allora vai di agrumi e frutta tropicale, mela e miele, fiori bianchi e frutta secca. Una cornice minerale, non irresistibile, conclude questo schema olfattivo, già prefigurante il successivo svolgimento.

Più unici che rari, i casi in cui la bocca non segua il naso, ergo, la maturità tira dritto, con il suo ritmo, morbido ed evoluto, affatto aiutato dalla acidità, la quale, ha smarrito la rotta e, di fatto, il governo della pregiata materia.
La boccia, di fine perlage, naviga a vista, senza vibra, dando, a volte, l’impressione di un colpo di reni che, nondimeno, non arriva, mentre affiorano dolcezze che, di certo, non stimolano il sorso.

Millesimo assaggiato più volte nel corso di varie degustazioni, sempre apprezzato per la sua freschezza e ampia texture, che stavolta mi coglie in contropiede.
Servono controanalisi.




mercoledì 26 ottobre 2016

Domaine Bastide Neuve Rosé D’Oc 2015




Un invitante e convincente connubio enoico tra Grenache Noir e Cinsault.

Al naso, freschissimi aromi di fruttini rossi – ribes, lampone e fragola – con un richiamo di ciliegia, un’idea floreale e dolci tocchi di bonbons.

Al palato esprime freschezza e mantiene un onesto equilibrio tra acidità e dolcezza.
C’è assonanza con gli umori olfattivi, cui si sommano tracce erbacee, nonchè una discreta variante sapido-minerale. Un basso tenore alcolico (12,5°) imprime slancio alla beva, già di per sé decisamente sciolta.
Persistenza flebile, tuttavia fa il suo, a merenda, con salame Felino e Sant’Ilario.

Viva il rosé, anche a ottobre.


lunedì 24 ottobre 2016

Vini di Vignaioli Vins de Vignerons 2016 | Fornovo di Taro (Pr)




Domenica 30 e lunedì 31 ottobre - save the date - presso Fornovo di Taro (Pr), è tempo di Vini di Vignaioli, manifestazione che quest’anno celebra la quindicesima edizione.

Oltre 130 banchi di assaggio, di altrettanti vignaioli, pronti a farci degustare i loro vini, ma anche olio e legumi, con possibilità di acquisto diretto. Non mancherà, comme d’habitude, una folta schiera di aziende dell’agroalimentare di qualità e dell’editoria di settore.

Resta in contatto, col loro sito e la pagina fb, per l’elenco completo dei vignaioli presenti, gli orari della manifestazione e altre utili info.



venerdì 21 ottobre 2016

Marguet Champagne Grand Cru Cuvée Elements 11 s.a.





E’ il nuovo nome di quello che fino a poco tempo fa era il Brut Réserve GC, con le due cifre finali a indicare l’annata base, nel mio caso la 2011.
In sintesi, la carta d’identità di questa boccia: 66 Pinot Nero, 34 Chardonnay, solamente il 15% di vini di riserva, presa di spuma luglio 2012, oltre 3 anni sur lattes, con sboccatura ottobre 2015, zero solfiti aggiunti, dosaggio 2,4 gr./lt.

La consapevolezza stilistica di Benoît si concretizza in vini di limpida e definita identità, nonchè dotati di eleganza ed equilibrio.
A tali peculiarità, non si sottrae questa cuvée, che parte con un naso florido, dapprima erbaceo – fieno e fiori di campo – e qualche tocco ossidativo. In seguito, si declina mediante espressioni agrumate – cedro e arancia – frutta secca, miele e peperone, mentre cresce vieppiù, intensificandosi, il profilo gessoso.

Bocca assai ampia, compatta e carnosa, più agrumata che vegetale, dalla spiccata, ma bilanciata, acidità e di imponente impatto minerale. Sorsi di solida progressione, dalla verticalità mai emaciata, nè fine a se stessa. Lunghezza e persistenza, ricche sensazioni balsamiche, con contrappunti finali di craie e caffè, zafferano e zenzero piccantino. 

Coup de cœur. 


 Oggi, 21 ottobre 2016, è #ChampagneDayGlobal, ergo, non fare il webete.


martedì 18 ottobre 2016

Antonio Perrino Testalonga Rossese di Dolceacqua 2005




Elegante rosso scarico che si dichiara subito al naso, senza tante perifrasi.
Una passeggiata in Arcagna a respirare ginepro e resina, macchia med, humus e fogliame secco. E poi visciola e ribes, fiori, erbe, con il plus di una freschissima speziatura, racchiusa in una carezza balsamica.

All’assaggio, la continuazione, davvero bella, di quanto espresso al naso, con bocca puntualmente acida e in dinamica espansione, tra piacevoli pungenze speziate – cannella in doppia cifra – e frutta rossa, cuoio e liquirizia.
Convincente l’allungo gustativo e di decisa persistenza, con incisivi richiami di sapida mineralità salmastra, misti a eucalipto e tabacco.

Un’ altra bottiglia di vino “normale”, termine caro a Nino, con cui definisce i suoi vini.

Ennesima conferma, qualora qualcuno nutrisse ancora qualche perplessità, circa le potenzialità di invecchiamento del Rossese. Quantomeno il “Testalonga”.