Da tanti anni non incrociavo un Greco
(di Tufo); uno di quelli seri poi, mi mancava da un fottio. Che poi incrociare
non è esatto. L’ho cercato, trovato e comprato - on line – spinto dalla
curiosità, dopo aver letto valutazioni ottime sulle guide - sì, le compro e le
leggo, alcune, faccio la tara, anche se…- pressochè unanimi e, talvolta, quasi assolutistici: “…tra le
eccellenze”, “il miglior Greco di Tufo d’Italia”…
Paglierino brillante, con sfumature verdi,
per un naso fragrante di frutta da “club tropicana” – mango e papaya, melone
giallo, pesca gialla – ma anche agrumi, qualche nota erbacea e una mineralità circospetta e diffidente.
L’ingresso in bocca è morbido, un tot dolce, tuttavia
abbastanza fresco, con il palato che rimane molto agganciato, ancorato alle espressioni fruttate tropicali, e la
mineralità che non ne vuole sapere di venire a galla.
Quello che spunta, in
seguito, è il calore alcolico – la 2012, qualora qualcuno se lo fosse
dimenticato, è stata un’annata calda – che finisce per affievolire tensione
acida e snellezza di sorso, fino a quel punto apprezzate. Termina caldo, su
note di pesca, pera e mandorla.
18 ventesimi per qualcuno, 89, 90, 91
centesimi, per altri. Io non do voti, mai.
Senza dubbio io, discepolo, e i
Maestri, abbiamo bevuto bottiglie diverse. Quantomeno.
Sarei curioso di saperne di più, giacché, la cantina in esame è ritenuta, "universalmente", una delle migliori bianchiste d'Italia.
RispondiEliminaGrazie del commento. Sono d'accordo con quanto affermi. Forse è stato solo il mio flacone leggermente sottoperformante. Non ti resta che testare una boccia e farmi sapere.
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