“Chi ciurlò nel manico?”
Furono Mo&Fab che estrassero “lo
fenomeno” dal cilindro.
E, parimenti, fu lotta impari, dieci bocche
contro uno, seppur magnum, altro che 5 contro 1, vero Chef AAA?
R.D. per Récemment
Dégorgé,
solo in annate eccezionali, esclusivamente da vigneti di proprietà, sur lattes
per un tempo prolungato (11 anni), Pinot Nero 69%, Chardonnay 31%,
vinificazione in piccoli fusti, di quinto passaggio, vieillissement sous bouchon liège, remuage e dégorgement manuali (quest’ultimo avvenuto
il 5 marzo 2000), dosaggio da extra brut. Dopodichè, altri 14 anni passati, quien sabe?, 14 anni, magari vissuti pericolosamente,
ma portati benissimo, giacchè all’appuntamento è in forma smagliante.
Raggiante e nobile oro lucente, di
vivissimo e finissimo perlage.
Pochi respiri gli bastano per dimostrare, in
pieno, il suo ceto di appartenenza: l’élite.
Una dote aromatica regale, qualcuno fa
riferimento a vecchi Meusault, altri
scorgono rimandi ai Sauternes.
Io, molto più modestamente, intercetto,
dapprima, polvere di caffè e caramello, camomilla, miele e crema di nocciola, con
agrumi canditi al seguito – arancia amara e cedro – e frutta esotica. Una scacchiera
olfattiva priva di indugi e in continua progressione, che cresce e si intensifica,
senza soluzione di continuità; una tavolozza che scopre un coté di tartufo e fungo, di sottobosco e spezie orientali, perfezionandosi
con massicce proiezioni saline, di ostrica e gesso.
La specularità gustolfattiva è dirompente.
In bocca è stupefacente – batte il naso,
comunque, due a zero – e, al liquido, vanno ascritte tutte quelle peculiarità, le
quali mi costringono a digitare: Grandissimo
Vino.
Con le bolle, ma ciò non sposta, di una virgola, l’assunto.
Fatale e ineludibile, in casi come questo,
non servirsi dei lemmi, sì scontati e di rito, che specificano, circostanziando
alla perfezione, “la materia”. Tante le “anime” che convivono e si accordano
armonicamente: vinosità e stratificazione, freschezza e sbuffi ossidativi, tensione
e grassezza, struttura e intensità, complessità e profondità …
Mai spesi, tutte insieme,
queste voci; mai mi capitò di bere cotanto liquido.
Persistenza deflagrante, in deca, quanto a
minutaggio, su incisive sottolineature di salinità salmastra e iodio, con intensi
ritorni di ostrica, zenzero e tostature pregiate.
Non ti ingannino le iperbole, ma pesale per
difetto. Solo bevendolo potrai comprendere, altrimenti mai sarà consono,
proporzionato e bastante il pixel.
Il plus, al boccione, lo ha trasmesso la Cumpa, prestigiosa e autorevole. Nondimeno, questo non è carpaccio benevolentiae, come, illo tempore, mi riferì, convintamente, imbrodandosi, un illuminato latinista.
Il plus, al boccione, lo ha trasmesso la Cumpa, prestigiosa e autorevole. Nondimeno, questo non è carpaccio benevolentiae, come, illo tempore, mi riferì, convintamente, imbrodandosi, un illuminato latinista.
Qualora qualcuno avesse
qualcosa da aggiungere...
Grazie Mo&Fab,
grazie a tutti.
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