90 per cento Negroamaro, con saldo di Malvasia Nera di Lecce, per quello che si fregia essere il primo rosato imbottigliato in Italia (1943).
Concentrato rosa cerasuolo, ad elevata
declinazione fruttata: lampone e ciliegia, una cifra di melograno, con tanto di
agrumi, un soffio di rosa, vagamente minerale.
Dritto, ma caldo, al palato.
Sbuca, da dietro
l’angolo, il signor tannino, un filo rude, con un tot di possanza alcolica al
seguito. Ergo, bocca che diventa nerboruta, con un bel sayonara alla leggiadra sfrontatezza di beva, che ti aspetti da un
rosato, durante il solleone.