martedì 27 settembre 2016

Domaine Saint Estève Rosé 2015




Nei giorni scorsi, un lettore mi faceva notare, a ragione, che il blog si sta monotematicamente posizionando, pressochè esclusivamente, sui vini francesi: se non son champagne, son rosé, o son rossi, o son bianchi. In realtà, mi piacerebbe, un giorno, sparisse dal sottotitolo del blog, la parolina presque e, fosse possibile scrivere, solo di champagne, almeno due, o anche più volte a settimana.
Per il momento, “infierisco” sul lettore, con un altro rosé francese, sperando non mi abbandoni.

Resto e continuo, come successo fin qui, salvo rarissime eccezioni, nella fascia sotto il deca, dove considero sia possibile salvare capra e cavoli, bere abbastanza bene, senza esaurire il portafoglio, (già pensandoci, abbondantemente, le bollicine!).

Cinsault, Grenache e Syrah, da vigneti nei dintorni collinari, di Aix-en-Provence, dove il Mistral ha più di una voce in capitolo.

Il colore è concentrato, il naso è fresco e intenso di fragola e frutto della passione, agrumato, con sottili cenni floreali e dolci sensazioni da big bubble.

Anche in bocca, frutto fortemente presente – pesca gialla, albicocca e fragola – tanto quanto la conferma delle note dolci che, tuttavia, non diventano stucchevoli, in virtù di una acidità che regge bene il passo.
Certamente complessità e persistenza sono vocaboli sconosciuti a queste latitudini, nondimeno, saprà soddisfare le tue aspettative all’ora dell’aperò.


venerdì 23 settembre 2016

De Sousa & Fils Champagne Brut Réserve s.a.




Ho visitato, alcuni anni fa, questa maison di Avize, dove un'appassionante conversazione con Erick De Sousa, mi ha consentito di comprendere la filosofia aziendale, la quale colloca il lavoro in vigna e la qualità delle uve al primo posto. 
Due concetti che, puntualmente, ritrovo in vetro.
De Sousa è azienda in forte e continua crescita qualitativa, fin dai prodotti di ingresso, certificata bio dal 1999 e Demeter dal 2014.

La boccia di oggi è un 100% Chardonnay, proveniente da vigne dei villaggi Grand Cru di Avize, Cramant, Chouilly, Oger e Le Mesnil-sur-Oger, solo la tête de cuvée, quasi 30 mesi sui lieviti, niente filtrazione, dègorgement 6 novembre 2013.
I più attenti si saranno accorti che, tuttavia, l'etichetta non rivendica blancdeblancs grand cru”, ascrivibile al fatto che si tratta ancora del vecchio habillage.

Naso freschissimo di pain d'épices e croissant, al cui interno, generosamente spiccano, sia un preciso profilo di frutta bianca, con pera e pesca, pompelmo, limone e mela verde, quanto un’affilata e determinante personalità minerale, fatta di gesso e profondità marine. Sfumature di fiori bianchi e fieno, ornano questo limpido racconto olfattivo.

Freschezza e droiture proseguono al palato, con i sorsi che crescono in complessità, nonostante un’effervescenza, un filo pungente, attenui la piena espressione degli aromi, i quali mantengono, nondimeno, correlazione con il profilo olfattivo.
Elegante epilogo di gessosa salinità, con tocchi di agrumi, caffè e pasta di mandorla.


martedì 20 settembre 2016

Domaine Michel Gros Nuit Saint Georges «Les Chaliots» 2009




Un normalissimo village, con una convinta e convincente marcia da 1er cru, prezzo compreso, va senza dire.

Il naso dettaglia il suo spettro attraverso fresche e precise note di mirtillo e ribes, lampone e fragolina, per spostarsi, successivamente, su tocchi di fiori secchi e consolidarsi sulla classica e sottile speziatura, peculiarità inconfondibile della bacca nera.

Piena aderenza del palato, con freschezza di fruttini rossi e quella giusta acidità che sviluppa continua salivazione. Bella la tessitura tannica, tenace, ma già armonicamente inserita in un rinfrescante finale di melograno, pepe nero e liquirizia.




venerdì 16 settembre 2016

Gosset-Brabant Champagne Cuvée Gabriel Grand Cru 2004




Una piccola maison – neanche 10 ettari - della Vallata della Marna, con sede ad Aÿ, proprio dirimpetto al palazzo di Bollinger. L’azienda, fondata nel 1930 e ora nelle mani dei nipoti Christian e Michel, pur non vantando una tradizione ultra centenaria, produce champagne di carattere, molto robusti, ma terroiristici.

Giacchè da queste parti il PN picchia di bella, a naso direi 100% bacca nera, tuttavia si tratta di un assemblato di 85 Pinot Nero di Aÿ - da vigne di 40 anni – e 15 Chardonnay, proveniente da Chouilly, vinificazione parcellare, 7 anni sui lieviti.

Tanto al naso, quanto in bocca, la bacca nera impone nettamente il suo ritmo, più dettato dalla potenza che dall’intensità. Ne scaturisce un quadretto dove sono i descrittori classici della bacca scura a schiacciare e, di fatto, sopraffare, quelli dello Chardonnay.
E allora largo, prepotentemente, a frutti e fruttini rossi maturi, con qualche rivolo di pasta di mandorla e una discreta timbrica minerale, a tratti temporeggiante.
Non mancano lunghezza e persistenza aromatica, ancorchè il sorso risulti leggermente ostacolato dalla traboccante struttura del PN.

Troppi muscoli, per un cultore dello Chardonnay.


venerdì 9 settembre 2016

Pol Roger Champagne Sir Winston Churchill 1999





Mon Dieu, c’est mon anniversaire, dunque si stappa qualcosa di speciale.
Ti risparmio gli ormai logori luoghi comuni, circa l’amore smisurato del grande condottiero per questa Maison e, nel particolare, per questa cuvée.
Anche io, molto, ma molto più modestamente, nutro grandissima ammirazione per questa casa di champagne, il cui stile è, da sempre, nelle mie corde.

La cuvée de prestige, solo da vigneti Grand Cru, è un assemblaggio a dominanza Pinot Nero, con saldo di Chardonnay, le cui percentuali restano un segreto di famiglia.
Dieci anni di sosta nelle cantine, a 33 metri di profondità, mi consegnano un tappo in forma smagliante, un calice oro raggiante, nonchè un perlage finissimo e “nervosamente” inarrestabile.


 

Naso freschissimo e molto intenso, inizialmente più con il passo e le peculiarità della bacca bianca. Candide avvolgenze di crema pasticcera, biscotto croccante e mandorla grigliata, con generosi inserti di albicocca, pesca gialla e mango. In seguito, il coté pinotnereggiante si fa largo, con puntuali tocchi di humus, fragolina, lampone e ribes, impreziosito da nervature speziate – pepe e zenzero – e affilati spunti minerali.
Un turbine di sensazioni che si rincorrono e svelano, continuamente, nuove sfaccettature, talora più fresche, talora più evolute.

Bollicina perfetta, per una bocca magistrale e opulenta, la quale ristabilisce e riconosce il dominio della bacca nera, senza, peraltro, ne risulti scalfito l’equilibrio generale, davvero di pregio, anche per quanto attiene il rapporto freschezza-maturità.
Armonica struttura, complessità e cremosa eleganza, con la timbrica fruttata in forte evidenza, seguita da zafferano e folate gessose.
Salivante tensione, lunghezza e persistenza (quasi) interminabili, con elettrici ritorni di zafferano, misti a caffè e tabacco biondo.

"Mes goûts sont simples, je me contente aisément de ce qu'il y a de meilleur"
(Sir Winston Churchill)