sabato 20 aprile 2013

Doc Langhe Bianco Riesling "Hérzu" 2009 Ettore Germano







L’azienda Germano, “barolista” in quel di Serralunga d’Alba, si diletta – si fa per dire, qua é dura davvero - a coltivare questo Riesling Renano nei pressi di Cigliè. Il vigneto si trova nell’Alta Langa del Dolcetto, su di una collina posta a 550 metri, su terreni pietrosi, praticamente a strapiombo sul fiume Tanaro.
Questa vera e propria sfida - di questo si tratta - ebbe inizio nel 1995 con la messa a dimora delle prime barbatelle, cui seguirono altri impianti nel ’98 e nel 2004; a tutt’oggi parliamo di due ettari circa di vigna che determinano pressappoco tredicimila bottiglie.

A questo progetto Sergio ha creduto molto, fin da subito. A lui, infatti, va ascritto il merito e la capacità di aver saputo individuare e riconoscere in quelle scarpate ed in quei pendii ripidissimi – herzu in dialetto locale – condizioni ottimali per “allevare” questo vitigno a bacca bianca. Egli ha accordato piena fiducia al peculiare microclima di queste colline, caratterizzato da forti escursioni termiche tra la notte ed il giorno, convinto che ciò gli avrebbe consentito di accrescere, di molto, la complessità olfattiva del vino. Ha visto lungo ed i risultati gli stanno dando ragione.

Nel mio calice c’é un brillante paglierino con riflessi declinati sul verde. Alla prima snasata affiora una nota idrocarburica che richiama il cherosene, seguita da cera che poco dopo si dilegua. La seconda roteazione esprime la parte fruttata: sentori delicati di mela, limone e pompelmo, cui seguono cenni vegetali di menta e salvia. Il tutto avvolto nel pregevole e marcato abbraccio della mineralità.

L’attacco in bocca ha un'iniziale nota dolce che sfuma su sapori di agrumi, di albicocca e pesca, con le note vegetali a confermare il quadro olfattivo. Il sorso, vitale e di buona struttura, cede il proscenio alla sottile ma rilevante vena sapido-minerale, dove si riconosce il carattere sassoso e calcareo del sottosuolo.

Nella parte finale, insolitamente, la bottiglia perde un po’ di nerbo e l’acidità, fino a quel momento buona, cede il passo ad un residuo zuccherino che frena lievemente la persistenza. Ciò nonostante, una gradevole bevuta che mi lascia soddisfatto e che mi sento di suggerire.



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