Classico e varietale, sono le prime due
parole, emblematiche e significative, che mi vengono in mente, qualora volessi
estremamente sintetizzare l’interpretazione che dà Claudio Fenocchio del cru Bussia. E il racconto potrebbe chiudersi
qui per chi frequenta questi pixel, chè leggendomi, si sarà
fatta una idea del sottoscritto quanto a gusti liquidi.
Classico: trenta mesi botte grande.
Varietale: è lui, Nebbiolo.
Il calice si colora di granato, con pulizia e
freschezza aromatica che mi stanno aspettando. Molta frutta rossa, a tratti
anche sotto spirito – prugna e ciliegia –
un nitido floreale di rosa e viola e un bel ricamo speziato.
La
successiva roteazione regala sì una fresca ventata balsamica, tuttavia è la
liquirizia, l’inconfondibile marchio d’origine della Bussia, che assume
presenza di alto profilo.
Palato di eleganza e freschezza vibranti e
coerentemente allineato alla espressione olfattiva. C’è una armonica fusione
tra l’aspetto fruttato e quello speziato, con una piacevole e fitta carica
tannica, che si sta ammorbidendo, e un controllo dell’alcol mai in bilico.
Sorso di spessore e di equilibrio, in continua progressione e molto persistente,
con un ricco finale di tabacco, cuoio e liquirizia.
Abbinamento? Classico: brasato.
Nessun commento:
Posta un commento