Raccomando,
fortemente, di imparare questo nome, a coloro che ancora non conoscono questa Maison di rm, la cui storia inizia nel 1746 e
ora sono alla ottava generazione, con vigneti situati nei villaggi di Dizy, Aÿ, Mareuil sur Ay e Hautvillers.
Quelli
che passano da queste parti, sanno che inizio, comme d’habitude, dai prodotti basici, di ingresso, e perché no, da
quelli dal prezzo accessibile a tutti, senza inseguire, a ogni costo,
le cuvée top di gamma, al cui
riguardo si possono raccontare sia peana, sia lamentazioni, tra mille
distinguo.
Questo
è il classico Champagne da (quasi) tutti i giorni, un blanc d’assemblage, le cui proporzioni variano, di poco – due punti
più, due punti meno - di anno in anno; a spanne ci sono un 45 di Pinot Meunier,
un 35 di Chardonnay e un 20 di Pinot Nero.
Questo
flacone poi, gustato al ristorante, è risultato davvero particolare, giacchè è
inusuale trovare un bsa che abbia ben quattro anni di sboccatura (ottobre 2010).
Inusuale perché o a casa tua te lo dimentichi – io lo dovrei murare – o al ristò non hanno saputo/potuto proporlo.
Buon per me.
Ormai
ha assunto color oro, denso, con effervescenza decisamente fine, da
millesimato, senza che il naso, tuttavia, presenti tratti ossidativi. Si parte
bene, con freschezza a nastro. Tanti bei fruttini rossi e note di torrefazione,
che fanno a ping pong – delicatamente, senza schiacciate - con un tot di agrumi
(cedro maturo), albicocca e una puntuale orma minerale.
Al
palato mantiene inalterate
sia la freschezza, sia la suadenza della bollicina. Bocca trés gourmande e molto espressiva, che si sviluppa partendo dal
registro fruttato, pulito e preciso, per continuare la partita con
gli interpreti del ricamo olfattivo.
Sorso cremoso, lungo, esteso e soprattutto
equilibrato, di persistenza non
comune per gli Champagne di questa categoria. Mandorla, caffè e fiammate
di gesso salino costituiscono il sigillo finale di un flacone durato poco, giusto il tempo di accompagnare un vitello tonnato vecchia maniera.
Qualora
ci fosse ancora chi sostiene che i non vintage non reggono lunghi dégorgement, si accomodi.
Questo sconfinato pistolotto, per ribadire che la Maison è di assoluto riferimento, circa
la qualità dei prodotti, a prescindere dalla sboccatura, che, nel caso
specifico, certifica e avvalora il concetto,
a fortiori. Poi, siamo d’accordo che Champagne di questa foggia, sono
concepiti per fare i “centometristi” e si distinguono, innanzitutto, ma non
solo, per la freschezza e il nostro se l’aveva mantenuta significa …che ce l’aveva ab ovo.
Circa gli
altri ottimi prodotti della Casa, ci ritornerò, con calma, calice nella sinistra, tastiera à côté.
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