Parafrasando, malamente, il Poeta e
allineandolo ai giorni nostri,”…Sézannais,
dove minkia si trova questo posto?”
Ve lo spiego subito: spostatevi 30 km a sud-ovest di Epernay, troverete un micro
villaggio - Talus-Saint-Prix - di un centinaio di anime, a dieci minuti d’auto dal paese di Sézanne,
da cui Côte de Sézanne, o Sézannais, al confine con il limite sud della Côte des Blancs.
Si tratta, a dirla tutta, di una zona quasi mai menzionata, per non dire
ignorata e forse trascurata, e per conseguenza, ai più sconosciuta, ma che
rientra, a tutti gli effetti, sotto la denominazione, con il Pinot Meunier che primeggia.
Non sostengo sia una zona sottovalutata, tuttavia ci sono alcuni rm da prendere in seria considerazione e
Cyril Jeaunaux ci sta dentro di bella.
All’incirca 6 ettari di vigne – età media 30 anni
– per 50 mila flaconi, coltura ragionata, in conversione biodinamica, vinificazioni
sia in acciaio che in fusti di rovere e bassi dosaggi.
La boccia di oggi è un blanc d’assemblage – 60 Pinot Meunier, 30 Pinot Nero e 10
Chardonnay – dosato 5,5 gr./l, con oltre un anno di sboccatura.
E’ dorato, di bella intensità, con il naso
segnato da sentori di agrumi – arancia e pompelmo – tratteggiato da tocchi
floreali bianchi, note tostate e un bell’incedere minerale.
L’ingresso è molto fresco e vinoso, con una bella
materia che si sviluppa ordinatamente e si affida a una dinamica tessitura
gessosa, la quale, mano a mano, sottrae larghe fette alle espressioni agrumate e floreali,
occupando, incontrastata, l’intero arco.
Sorso equilibrato e cremoso, appuntito,
ma senza ossessioni, per un finale rinfrescante e duraturo, che custodisce,
intatta e inviolata, la marcia crayeuse,
con lievi scosse di torrefazione.
Ottimo da aperitivo ma, con i giusti abbinamenti, anche capace e fidato per tutto il pasto.
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