Siamo a La Cadière-d'Azur, dipartimento del
Var, nella regione PACA (Provence-Alpes-Côte d'Azur) e questa è una propriété familiale - una delle 18
aziende che compongono la denominazione Bandol - neanche tra le più celebrate e
che dispone di 50 ettari divisi tra vigneti e uliveti.
Questo è il rosso base, d’assemblage, comme d’habitude. Bandol è il regno del Mourvèdre, qui
al 55%, cui si sommano altri vitigni tipici provenzali: Grenache (20%), Cinsault
(15%) e un 10% di Carignan; fermenta in cemento e passa 18 mesi en foudre.
Un rosso cupo e scurissimo macchia il calice,
per un naso che da subito respira mare, mare e ancora mare. Ma il profilo
olfattivo non è monotematico, sa essere generoso di frutta rossa – svetta una
ciliegia dolce, croccante e carnosa – di macchia mediterranea, di pino e capperi,
di spezie e la salsedine che percorre le narici senza soluzione di continuità.
L’assaggio rivela personalità non comune per
un base, con una dinamica conferma degli interpreti nasali, dove il frutto, occupando garbatamente il palato – ciliegia, arancia rossa e prugna – non risulta d’inciampo
alle manifestazioni minerali e marine, che si rincorrono frenetiche.
Tutto all’insegna di un sorso retto
dall’equilibrio – inavvertiti i ben 14,5 gradi alcolici – dove struttura, acidità
e tannini, eleganza e beva smaniosa, viaggiano a braccetto.
Ha difettato in
lunghezza, ma con ottima persistenza e rintocchi finali di spezie, liquirizia e
immancabili progressioni salmastre.
Alla luce di quanto confidato da
Pierre-Emmanuel Taittinger, presidente della omonima Maison, secondo cui Monsieur
le Président non beve Champagne e lo ha bandito anche dall’Eliseo, perchè "…ça fait
riche", mi permetto, molto sommessamente, di raccomandare questa
boccia a Hollande, in virtù del suo costo non proibitivo – 12 euri al
supermercato – che risulterà appetibile anche ai portafogli di coloro i quali
ha definito, con stile innato, sans dents.
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