Brezza: vignaioli in Barolo dal 1885, botte
grande e lunghe macerazioni.
Già è bastante, per chi, come me, cerca e adora la
classicità, senza tante supercazzole.
Ottomila bottiglie, da uno dei cru più celebri di Langa, dove si presume
il Barolo sia nato.
Splendido granato trasparente, privo di derive
mattonate.
Naso caldo e caleidoscopico: immancabile
violetta, accompagnata da timo e alloro, poi sottobosco ed elegante frutta
scura – ciliegia, prugna e mirtillo – con inserti speziati e umori di
cioccolato fondente e china.
All’assaggio, il giusto calore, senza
eccessi, nonchè una perfetta sincronia con il piglio olfattivo. Acidità robusta
e rinfrescante, mai spigolosa, anzi piuttosto raffinata e di pregevole grana
tannica. Struttura, equilibrio e composta ariosità.
Chiusura lunga e persistente con scatti
finali di liquirizia, cacao e anice.
Il classico che non delude mai, per giunta
da un’annata potente, che ha iniziato, da poco, a comunicare le proprie
peculiarità.
Saprà crescere ancora.
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