venerdì 16 dicembre 2016

I miei Champagne 2016




Non una classifica ma, molto più modestamente, i miei Champagne preferiti, bevuti e raccontati, in questo 2016, e che potrebbero trovare posto sulla tua tavola, in queste festività.
Non si tratta di bottiglie introvabili – non di quelle che ti suggeriscono gli sboroni in questi giorni - viceversa, tutte, più o meno facilmente, ancora reperibili in enoteca, piuttosto che sul web (scelta questa, quasi obbligata per vecchi millesimi) e in una forchetta di prezzo compresa tra 35/45 e 70/80 euri.
Con l’eccezione dell’ultima bolla, la quale “buca” la forbice (sui 120 eurini online), semplicemente perché è coup de cœur e a quello non si comanda.

Rigorosamente in ordine sparso, cliccando sul nome, sarai condotto al post.













martedì 13 dicembre 2016

Marco De Bartoli Grappoli Del Grillo 2012




Mi piace, a prescindere, il vitigno e ritengo la versione di De Bartoli, una tra le migliori.
In sintesi, rigorosità di umori e aromi di un’isola, in bottiglia.

Un naso di freschezza prorompente, intriso di vento, sole e mare.
Effluvi di solida mineralità salmastra, abbondanza di frutta fresca ed essiccata – arancia e pompelmo, albicocca e pesca, mandorla e dattero – con ricami di cera d’api e macchia mediterranea.

Palato secco, invitante e di concreta coerenza, con un corretto equilibrio tra l’assetto minerale e quello fruttato. Acidità in levare e forte progressione sapida, completano sorsi di efficace persistenza, con gradevoli ritorni iodati.

Da Contrada Samperi, sorsi di luminosa territorialità.



venerdì 9 dicembre 2016

Robert Barbichon Champagne Blanc De Noirs Brut s.a.




Ancorchè sia spesso negativamente critico verso molti produttori dell’Aube-Côte des Bars – i motivi li ho enucleati a più riprese – non ho preclusioni di sorta nel provare nuovi champagne provenienti da quella zona.
E mi fa piacere quando il prodotto mi soddisfa e te ne posso dare contezza.

Questa è una piccola azienda familiare di rm, giunta alla quarta generazione, 9 ettari condotti secondo i principi della biodinamica, certificata dal 2012.
La boccia è un Pinot Nero 100%, annata base 2010, bassa percentuale di vini di riserva, 30 mesi sui lieviti, dosaggio da extra-brut (5 gr./lt.), dégorgement 12 maggio 2014.

Naso molto pulito, inizialmente floreale, che intraprende, in seguito, la strada fruttata – agrumi e pesca, lampone e mela rossa – anche in variante esotica, con evidenti note di pane tostato e una fine propensione minerale.

Perlage elegante, per un palato teso, croccante e davvero equilibrato, come non succede spesso da queste parti, dove la bacca nera è, di solito, molto feroce.
Sorsi limpidi e costantemente allineati, a forte orientamento sapido-salmastro, di buona persistenza, con vivaci richiami minerali, misti a nocciola grigliata.


martedì 6 dicembre 2016

Forteto della Luja Moscato D’Asti Piasa Sanmaurizio 2015




Siamo ormai in clima natalizio e questa bevuta casca a fagiolo.
Imho, ciò che qualifica il pensiero dello scriba, non è tanto e non solo, il post in sé, quanto piuttosto il vino e soprattutto l’azienda, nel bene e nel male, ivi raccontati.
Nel caso di specie, e il vino, e soprattutto l’azienda, sono di referenza specchiata.
Per soprammercato, conosco un po' le “facce” che stanno dietro l’etichetta e il loro metodo di lavoro.

I più attenti avranno colto come la vendemmia sia ancora quella dello scorso anno. Orbene non si direbbe, giacchè tanto la freschezza, quanto la pulizia dei profumi si sono preservati integri e inalterati.

Di spuma leggera, attacca con crema pasticcera e nuance di fiori d’arancio, un ricco ricamo fruttato di agrumi e melone, pera e pesca tabacchiera, proseguendo con note di timo e salvia. Si tratta, tuttavia, di un ventaglio mai statico, che contempla, nelle successive roteazioni, anche nitide espressioni di fiori bianchi, miele e menta.

Palato brillante, non solamente per il continuum puntuale con quanto confidato al naso, quanto per un’acidità davvero svettante, che funge da “regolatore” delle dolcezze, garantendo sorsi bilanciati, senza mai scadere in banali stucchevolezze, patrimonio, purtroppo, di troppe bottiglie della docg.
Bevuta dinamica, dal beat sempre in levare e di rinfrescante allungo, con bocca finale di albicocca e mentuccia.

Con panettone o torta di nocciole, un must, col Sant’Ilario, insolito, ma tenace.
Non sbagliare Moscato, non solo per i prossimi giorni di festa.



venerdì 2 dicembre 2016

Gosset-Brabant Champagne Nature Grand Cru s.a.




80 parti di Pinot Noir, provenienza Aÿ, 20 di Chardonnay, provenienza metà Aÿ, metà Chouilly, entrambi villaggi Grand Cru, 25% vini di riserva, solo acciaio, 36 mesi sui lieviti e assenza di dosaggio.

Discreta finezza di bollicina, per un canovaccio olfattivo in cui gli interpreti vanno e vengono, in maniera quasi random, risultando non completamente armonici.
Si sente il peso della bacca nera, declinata attraverso il suo corredo di fruttini rossi, tocchi agrumati e speziati, con il contrappeso, leggero, di quella bianca, fatto di sensazioni floreali, pesca e un misurato profilo minerale.

Palato fresco, strutturato e anche un filo più ordinato. Emerge più convintamente la vena minerale, ancorchè dalla tipologia nature mi aspetti maggiore nervosità, maggior tensione.
Finale rapido, con ritorni di ribes, fragolina e delicate nervature gessose.