La
zona di elezione di questo vitigno, presumibilmente di provenienza borgognona,
è il Monferrato, tuttavia il Citrico ne estrae circa duemila flaconi da
barbatelle impiantate nel 1989, alla Ravera, a Barolo.
E’
classificato come vino da tavola giacchè, in Piemonte, è la dizione consentita,
e obbligata, per tutti quei vini le cui caratteristiche non rientrano nei
disciplinari ammessi.
Alla
vista è rubino intenso, massiccio, con brillantezze porpora.
Al
naso sprigiona, subito, il frutto – ciliegia, lampone e pesca – e un bel tocco
floreale – nomen omen – di rosa,
innanzitutto, ma anche di ciclamino. Non passa molto e viene fuori un preciso e
rigoroso profilo minerale-balsamico, con venature speziate e vegetali.
L’attacco
al palato, fresco e vinosissimo, con lampone e ciliegia croccanti e imperanti, annuncia,
pienamente, l’allineamento con il quadro olfattivo. Splendida acidità, salivazione
a nastro, soddisfacente e fitto piglio tannico, beva killer, sono gli ingredienti
che hanno segnato questo sorso, la cui chiusura è stata lunga e persistente su
cenni minerali e speziati.
Eh
sì, proprio un vino da tavola, che ha
onorato l’accoppiata con l’erbazzone.
Bentornato
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