A pochi chilometri da Sondrio, Montagna in
Valtellina, c’è un tale Credaro Bruno, franco e perseverante vignaiolo
part-time, che produce questo assemblato al 95% Chiavennasca – così qui chiamano
il Nebbiolo – con due vitigni autoctoni a saldo, un 3% di Rossola e un 2% di
Pignola.
Ho incontrato Bruno, all’ultima edizione di
Vini di Vignaioli e già l’assaggio mi era piaciuto, al punto da convincermi
all’acquisto di alcune bocce.
Al naso balzano i piccoli frutti di bosco – lampone,
mirtillo e ribes – con tocchi aromatici di erbe di montagna e di spezia,
all’interno di un quadro di vivace mineralità.
Il palato, di fresca verticalità, è garante
dello schema olfattivo, tanto nel confermare la frazione dei fruttini rossi,
quanto nel conferire una forte dimensione di mineralità rocciosa al sorso, il
quale, con il passare del tempo, si allarga, si fa più complesso e strutturato.
Finale di piacevole allungo, su tocchi di spezia scura e inserti salini.
Sarà pure “nebbia in valle”, ma stai certo
che questo è bicchiere davvero sereno.
Vini davvero buoni quelli di Bruno Credaro. Approccio poco interventista, fermentazioni con lieviti autoctoni, grande intensita' di aromi. Il risultato lo senti nel bicchiere...
RispondiEliminaSono d'accordo, centrato in pieno.
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