Il rosè millesimato della Maison di Epernay è frutto di una
accurata selezione delle uve, sia Premier, che Grand Cru, della Costa dei
Bianchi e della Montagna di Reims, nella misura di 35 parti di Chardonnay e 65
di Pinot Noir, mentre il 15% di Pinot Noir “fermo”, aggiunto prima del
tiraggio, proviene dai villaggi di Ambonnay, Bouzy e Cumieres.
La mia boccia ha un paio di anni di
sboccatura, dopo ben otto trascorsi sur
lattes.
E’ rosa d’antan e sgrana un perlage davvero fine e pervicace.
Freschissimo ed esuberante, ancora vinoso,
ma già equipaggiato degli stilemi della casa. Ostenta ricchezza olfattiva: florealità,
con violetta e rosa, un alto tasso agrumato e di frutta rossa – ribes e melograno,
lampone e mela – disposti delicatamente su una precisa tessitura minerale e
speziata.
Anche al palato comunica tutto il carattere
della casa. Il frutto è carnoso e, in questi casi, si riassume, discettando di “masticabilità”.
C’è piena conformità al corredo olfattivo, con l’ossatura minerale che cresce tanto
in ampiezza, quanto in intensità.
Sorsi materici e acidità in primo piano, due
fondamentali attributi, i quali fanno passare inosservato il decagrammo di dosaggio,
rendendolo ininfluente.
Solida progressione gustativa, dal lungo
finale fruttato – mandarino e fragola - e forti richiami di macis, curcuma e
pepe nero.
L’impronta inconfondibile di PR, in abito rosè.
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