In un velocissimo transito, lo scorso anno, a
Neuchâtel, non mi feci mancare l’infilo in una enoteca cittadina, per farmi
suggerire un produttore svizzero serio e di qualità.
Giusto per,
me ne uscii con 2 bocce: un œil-de-perdrix, da uve Pinot Nero, e questo bianco, da uve Chasselas, forse vitigno
autoctono svizzero e, sottolineo forse, mancando unanimità di vedute a tal
proposito.
Dalla vigna, fino alla cantina, i principi cui
si ispira l’azione di Jean Pierre Kuntzer, titolare del domaine, si riassumono in: cultura biodinamica, mineralità ed espressione
del terroir. In effetti, alla prova
dei fatti, tanto il naso, quanto il palato, confermano tali proposizioni.
Snasate di freschezza, netti profumi di
pompelmo e limone, un cenno di tiglio e un risoluto, quanto convincente, carattere
minerale.
La bocca, un filo citrina, avvalora e aumenta,
saldamente, l’assetto minerale, regalandomi sorsi secchi, equilibrati e di elegante
persistenza, che mi portano a pensare che lo zio riesca nel suo intento di far
parlare, lucidamente, il terroir.
Mi toccherà approfondire, magari andando
proprio a conoscere il signor Kuntzer.
Per ora, mi gusto la mia prima volta con
una svizzera.
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