Nei giorni scorsi, un lettore mi faceva
notare, a ragione, che il blog si sta monotematicamente
posizionando, pressochè esclusivamente, sui vini francesi: se non son
champagne, son rosé, o son rossi, o son bianchi. In realtà, mi piacerebbe, un
giorno, sparisse dal sottotitolo del blog, la parolina presque e, fosse possibile scrivere, solo di champagne, almeno due,
o anche più volte a settimana.
Per il momento, “infierisco” sul lettore, con
un altro rosé francese, sperando non mi abbandoni.
Resto e continuo, come successo fin qui,
salvo rarissime eccezioni, nella fascia sotto il deca, dove considero sia
possibile salvare capra e cavoli, bere abbastanza bene, senza esaurire il
portafoglio, (già pensandoci, abbondantemente, le bollicine!).
Cinsault, Grenache e Syrah, da vigneti nei dintorni
collinari, di Aix-en-Provence, dove il Mistral ha più di una voce in capitolo.
Il colore è concentrato, il naso è fresco e
intenso di fragola e frutto della passione, agrumato, con sottili cenni
floreali e dolci sensazioni da big
bubble.
Anche in bocca, frutto fortemente presente
– pesca gialla, albicocca e fragola – tanto quanto la conferma delle note dolci che,
tuttavia, non diventano stucchevoli, in virtù di una acidità che regge bene il
passo.
Certamente complessità e persistenza sono
vocaboli sconosciuti a queste latitudini, nondimeno, saprà soddisfare le tue aspettative
all’ora dell’aperò.
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