E’ stata pubblicata in data odierna, la classifica dei migliori 100 vini – Top 100 - secondo gli espertoni della rivista
americana Wine Spectator, dopo aver assaggiato migliaia e migliaia e migliaia
di campioni.
La graduatoria – immancabile dal 1988 -
costituisce, in ogni caso, un momento-evento tra i più attesi dagli addetti ai
lavori, nonché da tutti gli appassionati.
Sì, attesa da tutti, chi per lodare,
chi per sbertucciare, chi per rammaricarsi e chi per fregarsi le mani, considerati
i dollaroni che ballano.
Quorum
ego,
lo confesso, ero in trepidante attesa.
Non dormo da settimane, con la Top 10
che mi ha trasmesso ansia a canna, comunicata, come sempre, col contagocce,
nella misura di due vini al giorno.
Come è andata? Benissimo, come di consueto,
per gli americani, con un Merlot(tone)
della California sul gradino più alto. In generale, comunque, tantissima
California, con briciole all’Europa. Un poco di Francia e meno ancora di
Italia.
Solo 16 le etichette in rappresentanza del
nostro paese (quattro in meno rispetto allo scorso anno), 1 solo vino nella Top Ten.
Passa il tempo e noi europei, si capisce
sempre meno di vino. Evidentemente hanno ragione gli stelle a strisce.
Io, nondimeno, mi tengo strettissimi i
nostri Barolo, Barbaresco, Brunello etc., senza farmi mancare, in primis, gli
Champagne, e tutte le eccellenze enoiche della Francia.
Le piroette dei Mastro Geppetto, con tutta
la falegnameria e le spremute di segatura al seguito, le lascio, molto volentieri,
agli yankees.
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