Ci
troviamo a Chigny-les-Roses nel cuore della Montagna di Reims. Qui il baffone
Pascal, proprietaire récoltant, cura,
insieme alla moglie, con grande passione le sue vigne che sono in attesa di
certificazione biologica. Tutti i suoi Champagnes sono ottenuti usando
solamente il succo derivante dalla prima spremitura, in gergo propriamente
definita cuvée.
In
questo assemblaggio ritroviamo i tre vitigni classici rappresentati, grosso
modo, in queste proporzioni: 45 parti di Pinot Meunier, 25 Pinot Noir e
Chardonnay a completare.
Verso
nel calice questo liquido color oro splendente con effervescenza abbastanza
fine e continua. All’approccio olfattivo emergono subito sensazioni di agrumi e
spezie, cui si uniscono mela, camomilla e mandorla. Il naso si arricchisce
ancora di zenzero, miele e cenni tabaccosi, con la mineralità che si impone a
tutto campo e completa questa graziosa tela.
L’attacco
in bocca rilancia, lealmente, i sentori incontrati in ambito olfattivo.
Ritornano gli agrumi, limone nello specifico, la mandorla, con spezie e delicate
tostature sullo sfondo. Il tutto racchiuso da una vena sapido-minerale davvero decisa
e terroirista. Acidità generosa, ma
non aggressiva, che imprime slancio ad un sorso che si rivela lungo e
persistente su cenni, ancora, agrumati e di tabacco. Una bevuta secca, dritta e
lineare che mi lascia soddisfatto.
Sedici, sottolineo sedici, euri franco cantina. What else?
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