mercoledì 2 dicembre 2015

Aoc Arbois Chardonnay 2011 Jacques Puffeney




“Il Papa di Arbois”, come lo hanno soprannominato i suoi colleghi vignérons dello Jura e, in effetti, a ben guardarlo, Jacques, ha più di un qualcosa di ieratico e forse ispira anche venerazione. Quest’anno ha passato la mano, ha ceduto la propria cantina, tuttavia i suoi vini restano, eccome: in primis, il suo Savagnin – l’emblema - di cui qualche boccia dorme da me.

I vini dello Jura, specificatamente i vins jaunes, vale a dire quelli vinificati a botte scolma – stile ossidativo, sous voile – sono un po’ particolari: o li ami – io li amo - o li detesti.
E questo Chardonnay di Puffeney rientra, a pieno titolo, in questa dicotomia/controversia.
Non è vin jaune, dal momento che non trascorre, diabolicamente, i famosi 6 anni, 6 mesi, 6 giorni sotto velo (che poi per tanti produttori sono, anche, molti di più) ma lo strato di lieviti non oltrepassa la frontiera dei 18-24 mesi. Ergo, solo echi di stile oxyd.

Naso meraviglioso per purezza e freschezza. Note di nocciola e noce, appena sgusciate, poi agrume e frutta a polpa gialla macerata – pesca e melone - con scie di erbe secche e miele. Narici (v)inondate e non vedo l’ora di assaggiarlo.

Ancor meglio berlo, che annusarlo, indubbiamente. Il palato, oltre a purezza e freschezza cristalline, regala classe e virtù. Ci sono tutti i fenomeni olfattivi, c’è un forte richiamo alla noce, qui attraversata da toste impennate saline, c’è il miele che è diventato cera d’api, c’è la pesca che si allarga sul palato, c’è la mineralità, ci sono pure altri aromi, che sicuramente mi sfuggono.
L’acidità è elettrica e la fine tessitura aumenta, di bella, la salivazione, con il sorso che si conferma dritto e concentrato, dal persistente finale fresco e salino, con tanti ritorni di noce e pistacchio.

Con pollo di Bresse, ça va sans dire, gemme integre di terroir, dal Patriarca dello Jura.

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