Puro Chardonnay, solo da vigneti di proprietà
nella Costa dei Bianchi, dai villaggi di Cramant, Avize, Oger, Le Mesnil e
Oiry; malò svolta, remuage à la
main, 8 anni sui lieviti.
Le foto sono scurette, anche un filo sfocate, ma
il liquido è di trasparenza e nitore formidabili, con naso e bocca che filano e sfilano,
riccamente, di gran passo, in simbiosi.
Alla grande.
Raffinata energia di stoccate marine – iodio
a bomba – mista a robuste sensazioni gessose, tocchi erbacei che sanno molto di
menta piperita, una leggera florealità e toni fruttati decisamente sintonizzati
sugli agrumi, anche confit.
Al
volante c’è l’acidità, che spinge, insistentemente, il piede sull’acceleratore
della beva.
Intensità in levare, che scala ottave di
piacere, per una boccia che chiude, armonicamente e simmetricamente, come era iniziata: con
persistenti e tese stoccate di sapida gessosità marina.
Il naso come la bocca, la bocca come il naso.
Sorsi lucidissimi e garanzia assoluta di risultato.
Sorsi lucidissimi e garanzia assoluta di risultato.
Pol Roger puntualmente e costantemente sulla vetta, anche con la bacca bianca.
P.S.: con questa, firmo la 151esima
recensione, su altrettante etichette di champagne.
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