Cultura e coltura biologica e biodinamica,
per questa famiglia di vignaioli della Loira che si passa il testimone, di
padre in figlio, dal 1513 ed è giunta alla ventesima generazione.
Questo Sauvignon Blanc, prodotto in 6 mila
flaconi, fermenta in tini di acciaio troncoconici e trascorre circa un anno
sulle fecce fini.
Lampi verdi si uniscono all’oro radioso del
calice.
I profumi, eleganti, netti e senza gonfia
ostentazione, si esprimono, dapprima, mediante la frutta tropicale - spicca il
frutto della passione – e scorza di agrumi – pompelmo e mandarino – per poi
toccare territori vegetali e floreali – ortica e foglia di pomodoro, timo e
ginestra – e farsi abbracciare, infine, da una solida identità minerale-marina
– iodio e ostrica - che illustra, senza ambiguità, quanto lo strato
kimmeridgiano sia marcatamente presente e timbri questi sottosuoli.
L’assaggio, di acidità esemplare, non
diverge, di una virgola, dallo spartito olfattivo e richiama, in precisa
sequenza, tanto le espressioni fruttate, quanto quelle vegetali, mentre
l'assetto minerale e iodato assume sempre più peso e dimensione.
Bicchiere di terroir, dritto e strutturato, con chiusura assai persistente,
sapida e, fatalmente, tutto ostrica e pietra focaia.
Huitres, ça va sans dire.
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