Non una super annata la 2000,
anche in Champagne, con condizioni climatiche contrastanti, caratterizzate da
temperature medie assai elevate, grandinate diffuse e la botrytis sempre in
agguato.
Champ Caïn,
Némery e La Fosse - tre parcelle piantate tra il 1962 e il 1983, sui terreni
gessosi di Avize - determinano questo flacone riuscitissimo, pure Chardonnay.
La mia è una delle circa 32 mila
bottiglie, con dosaggio da extra-brut – 3,5 gr./l – e sboccata nel primo
trimestre 2009.
Oro nel calice, lucente, di perlage finissimo e senza soluzione di continuità.
Si racconta molto bene già dal
naso, a partire da una sensazione di intatta freschezza, con, in dote, un côté minéral fortemente dominante che, col passare dei minuti,
concede lustro anche ai toni fruttati e floreali – granny smith, cedro confit, lime, fiori d’acacia, camomilla –
e un timbro finale di mandorla e amaretto.
Al palato, freschezza e
verticalità nervose creano un connubio formidabile con l’untuosità, la
grassezza e la vinosità del sorso. Il direttore d’orchesta rimane,
immancabilmente, la mineralità gessosa e salina, che assegna e calibra i tempi
degli a-solo: ora l’agrume, poi la
mandorla, ora il miele, poi il biscotto, in continua espansione.
Grande struttura, ma allo stesso
tempo, armonia, eleganza ed equilibrio sono i tratti salienti di un flacone in
forma smagliante, che chiude con ampia progressione e lunghissima persistenza, su
aromi di cioccolato bianco, spezie, agrumi canditi e cenni finemente amaricanti. Vivissimo.
Champagne
gastronomico – in tavola Pata Negra e, a seguire, risotto ai gamberi – ma
invito a conservare almeno un calice a fine pasto. Gustatelo,
centellinatelo lentamente, lo apprezzerete ancor più.
Non cerco grandi annate, bensì bottiglie
emozionanti e questa vi rientra a pieno titolo.
Si impara sempre qualcosa, oggi ho dimenticato un risotto ai gamberi e...
RispondiEliminaCiao DJ
M 50&50
Carissimo Marco neanche ci fossimo messi d'accordo. Con tutti i vostri risotti serviva il mathusalem!
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