E’ riportato anche in etichetta: il primo
rosato imbottigliato nel bel paese (1943).
Negroamaro al 90 per cento e la Malvasia Nera
di Lecce a saldare, per un concentrato e lucente rosa cerasuolo.
Molto ricco al naso, soprattutto di frutta.
Profumi di piccoli frutti rossi – ribes e lampone, fragolina e mirtillo – che si
mescolano ad agrumi, melograno e ciliegia, mentre emerge tutta la misurata
eleganza della rosa canina.
All’assaggio è secco, caldo e muscoloso.
Vengono ripresi, non completamente, non tutti, i toni fruttati – dominano
fragola e ciliegia – e spunta una piacevole mineralità, con i tannini che si
rivelano abbastanza snelli. Il sorso, tuttavia, non rispecchia quella
“femminilità” offerta dal naso. Livello che scenķde lentamente, causa struttura
impegnativa e influente, che insidia e altera un tot l’equilibrio.
Chiude caldo
e sapido su ritorni di pompelmo rosa e ciliegia.
Opinabile quanto vuoi, personalmente, da
questa tipologia, mi attendo leggerezza, beva disinvolta, anche sfacciata, e sinuosità
accattivanti.
Un rosso travestito da rosato.
annata, la prima che si trova ancora ....
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