Thierry Germain, titolare del domaine, con questa boccia, mi fa
cambiare opinione, di brutto, portandomi in territorio positivo, sul Cabernet Franc.
Forse ne avevo bisogno e, gira che ti rigira, succede spesso che siano proprio
i cugini a farmi sentire un po’ meno stupido, giacchè qualcuno sostiene che “solamente
i cretini non cambiano mai idea”.
Questo Cab-Franc,
in purezza, colpisce occhi, naso e palato.
E’ rubino luminoso, striato di porpora e si
divide il parterre nasale tra
splendide sensazioni fruttate e forte mineralità. Largo dunque ai fruttini di
bosco – ribes, fragolina e mirtillo – una succosa ciliegia, con fiori al
seguito - viola e ginestra – e, come ricordato, una cornice minerale davvero
intensa.
Bocca fresca, precisa e ampia. La ricchezza
in acidità e povertà in tannini, scatenano sorsi trascinanti, che richiamano,
uno ad uno, i caratteri di cui sopra, mentre la mineralità si fa più affilata e
pietrosa.
Sapidità e buona persistenza completano la golosità del palato.
Sapidità e buona persistenza completano la golosità del palato.
Sì Thierry, mi hai convinto sul Cab-Franc, ma non sei stupide, e stai alzando il tiro, di
bella, con gli eurini, birbaccione.
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