Il vitigno classico dell’Abruzzo, da una
altrettanto classica azienda.
Io, come tanti, con i vini di Pepe, ho vissuto,
e vivo, esperienze contrastanti, Montepulciano e Cerasuolo inclusi, con
bottiglie che vanno da un estremo all’altro, da molto, a per nulla buone.
Sovente il fil rouge è quella irritante,
quanto sgradevole, sensazione di riduzione che, quando va di lusso, scompare in
poco tempo – minuti/quarti d’ora - quando va male, resta e non
c’è verso, nemmeno a distanza di giorni.
Neanche questa è sfuggita al ridotto ma,
fortunatamente, tutto si è risolto nell’arco di breve tempo. Ergo, largo ai profumi – pompelmo,
limone, erbe di campo, mandorla – corroborati da scie di mineralità iodata e da
una appagante ventata di freschezza.
In bocca conferma buona acidità, ma cambia
“pelle”, accordando maggiore espressione ai toni minerali e marini. Il sorso,
in verità, non molto complesso, scorre veloce e vivace, scoprendo uno spiccato
lato sapido, cui contribuisce una netta nota di cappero.
Chiusura un po' sbrigativa, su tocchi
amarognoli, e poco aitante quanto a persistenza.
Chissà che qualche tempo ancora in vetro, non
gli venga in soccorso.
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