Questo Trebbiano Spoletino, da vecchie viti,
a contatto con le bucce per 24 giorni, poi sulle fecce fini per altri 220, lieviti
indigeni e assenza di controllo della temperatura, si è rivelato in tutto il
suo splendore.
Quella macerazione che non snatura e non
rende uguali quasi tutti i vitigni.
Oro limpidissimo nel bicchiere, comunica un
naso di fieno, zafferano e miele, di agrumi e albicocca essiccata, con una proiezione
minerale che, mano a mano, assume dirompente personalità.
L’assaggio è molto secco e di forte tensione
acida, con una netta e dinamica conformità al linguaggio olfattivo. Sorsi verticali,
golosi e rassicuranti, puliti fino all’ultima stilla, di persistenza
determinata, lievemente tannica, con risvolti di sapidità ferrosa e frutta
disidratata.
Un solo avvertimento: una temperatura troppo
bassa lo penalizzerebbe, ergo, trattalo “quasi” con le cure che riserveresti a un
rosso.
Virtuoso con pasta e fagioli.
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