Circa 13 mila flaconi per questo Merlot, proveniente
da suoli sabbiosi, misti argilla, che macera una settimana in vetroresina, solo
lieviti indigeni, altri 16 mesi a contatto con le fecce fini, niente
chiarifica, né filtrazione.
L’assaggio effettuato, tempo fa, a una fiera
di vini naturali, mi piacque e mi spinse a comprare alcune bottiglie, anche in
virtù del fatto che, abitualmente, non stravedo per questo vitigno; tuttavia, questo
di Denis, lo trovai agli antipodi dei soliti marmellatoni ruffianoni. E ora che
ho testato più di una boccia, posso sostenere, che avevo “visto” bene.
Un bel rubino brillante, con tanta freschissima
frutta rossa – ciliegia e ribes, lampone e mora – che si arricchisce di tocchi
erbacei e balsamici, con una forte caratterizzazione di mineralità pietrosa e
sapida.
In bocca si dimostra altrettanto fresco e di
affilata carnosità. Niente a che vedere con le morbidezze che si incontrano
solitamente. Il sorso è verticale e scattante, con una spina acida che sostiene,
e rafforza, la ricchezza del frutto, mentre l’impianto minerale imprime
ulteriore slancio. Piacevolissimo e di buona persistenza, scatena beva
compulsiva e appaga il palato, fino alla fine, con sensazioni balsamiche e
saline.
Ottimo anche nella stagione calda, servito
fresco.
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