"A Viassa", in dialetto la viaccia, la stradaccia. E per estensione, in senso dispregiativo il nuovo che avanza(va) in contrapposizione all'antico, al classico di là della strada, ai carrugi composti, immobili e geometrici.
Già in tanti si sono esercitati su questo desco - bloggers, guide, opinioni di internauti et cetera. Da ultimo, in ordine cronologico, lascio anche io la mia impronta.
Varchi la soglia ed un ambiente luminoso e curato ti attende. Ti accoglie con gentilezza, non affettata, Claudio il titolare. Subito sei piacevolmente colpito dalla cucina a vista dove il giovane Chef Aimone Cassini, con la sua brigata, esercita l'ars.
Ti siedi e la prima cosa che vedi ti mette bene: è l'olio nuovo di Nino Perrino. Possiamo iniziare.
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Entratina:
sfoglia ripiena di verdure
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Polpo
gratinato con lardo su crema di patate
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Acciughe
ripiene di spinaci con tapenade di olive e misticanze
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Brandacujun
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Doc Trento
Maso Martis Brut Riserva n.v. sboccatura 2011
Questa boccia è l'unica nota fuori scala, ovviamente nulla da ascrivere al ristò. Si tratta di un assemblaggio di 30 parti di Chardonnay - con sosta in barriques per otto mesi - e 70 parti di Pinot nero - solo acciaio - cui segue una permanenza sui lieviti che si protrae per un periodo variabile tra 52 e 60 mesi. Purtroppo una fastidiosa quanto coprente presenza legnosa non ha consentito di apprezzare questa bollicina e soprattutto non ha conferito quel quid in più ai piatti, meritevoli, dello Chef.
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Tagliolini di
farina integrale con triglie e carciofi
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Pescato del
giorno: leccia con carciofi e patate
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Semifreddo di nocciola e salsa moka
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Tortino morbido al cioccolato e ricotta all’arancia
candita
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La buona impressione avuta fin dall'ingresso si è vieppiù confermata con il procedere del convivio. Buona qualità delle materie prime, con mano leggera ma sicura del cuoco. La carta dei vini, varia e ben distribuita, presenta ricarichi corretti. In sala servizio preciso e informale arrotondato da quel tocco di sana simpatia veramente apprezzato.
Dice, "... ma i prezzi?". Due le possibilità: la prima consiste nello scegliere dalla carta; la seconda è un menù con conto finale, naturalmente escludendo le bevande, che si traduce in trentadue monete da un euro. Questa opzione, cui è andata la nostra preferenza, consente di scegliere all'interno della carta, peraltro generosa, due antipasti, primo, secondo e dolce. Noi abbiamo privilegiato preparazioni a base di pesce, ma sono contemplati altrettanti piatti dell'entroterra.
Dunque anche l'equazione prezzo-felicità è ampiamente soddisfatta. Tuttavia voi non andateci perchè il conto è invitante - cinque portate da uscire satolli -, sceglietelo per la qualità. Quando vi alzerete, sarà il prezzo lieve ad accrescere la vostra soddisfazione e magari anche l'autostima.
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