Più anni dal dégorgement (ottobre 2008), che sur
lattes, più tempo sotto i riflettori incandescenti del Lafayette Gourmet della
Ville Lumière, che à l'abri de la
lumière, nella mia cantina. Stanato tre anni fa, insieme alla sorellina
rosè s.a. – Les Demoiselles - le
cui gesta sono, ormai, storia e "passate in giudicato".
Agrapart significa connubio inscindibile con la
Côte des Blancs, e il suo vitigno di elezione, lo Chardonnay. Nel caso di specie, con dosaggio extra brut,
in un’annata nella quale ben pochi si sono avventurati, vista la canicule.
Comunque, tranquillo, Pascal, il caldo, non lo ha imbottigliato.
Comunque, tranquillo, Pascal, il caldo, non lo ha imbottigliato.
La purezza assoluta della bacca bianca, arriva
da vecchi vigneti (40 anni) Grand Cru di Avize e Cramant, fermentazione metà acciaio,
metà fûts de chêne, malò svolta,
oltre 4 anni sui lieviti e rémuage
manuale.
Un naso, di gran verticalità, che parte col
silenziatore e un filo sonnacchioso, per abbandonare, abbastanza velocemente,
la fase interlocutoria e distendersi, toccando punte di alta espressività
aromatica e dimostrandosi trés gourmand.
Si passa da aromi di
pasticceria burrosa, alla pasta di mandorla, dalla frutta secca, anche
grigliata, a leggeri accenni floreali, dal limone confit, alla Granny Smith, con leggeri tocchi vanigliati. Una trama
davvero viva, spalleggiata da un solidissimo impianto sapido-gessoso, al cui
interno, la pierre à fusil trova piena
attuazione.
Una bocca tonica e materica conferma, senza
soluzione di continuità, l’intera estensione olfattiva, mentre l’intensità
aromatica, in tenace sviluppo, rimanda anche a sensazioni mature e oxyd, senza che freschezza ed equilibrio
vengano sbreccate.
Bollicina sottile ed armonica, per sorsi cristallini
e penetranti, espressione di quel terroir
minerale che solo la Costa dei Bianchi regala.
Palato in loop, in virtù dell'elegante salinità iodata e della energica falaise crayeuse.
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