Il
Bordeaux che non ti aspetti, non pare lui. Siamo non lontani da Fronsac, a
Galgon, poco più di due ettari, con vigneti di un’età media di 25 anni. Qui si
parla di rapporto q/p, prezzo/felicità o altre definizioni che più vi calzano,
giacchè il prezzo si aggira intorno ai dieci-dodici euri da noi, qualcosina in
meno, di là.
E’
un assemblato di Merlot e Malbec, che trascorre otto mesi in vasche di cemento,
dunque niente legnate sui denti o spremute di segatura e, se può interessare,
gode della certificazione Ecocert di vino da agricoltura biologica, o organica,
che fa più fighetto di questi tempi.
Il
flacone di oggi, è l’ultimo di una confezione da sei acquistata un paio di anni
fa, in Francia, e vi garantisco che le ho volute testare tutte sei prima di
scriverne e di scriverne bene.
Alla
vista è scuro, caldo e lucente. Al primo impatto, il naso è subito piacevolmente
assalito da elevata freschezza, con un timbro, marcatissimo, di frutta rossa
scura – amarena, prugna, ciliegia – e una forte connotazione speziata. Alle successive
roteazioni c’è tempo e spazio anche per una scia erbacea fatta di timo e
rosmarino, con una bella ventata balsamica, che alimenta la sua vivacità.
In
bocca entra leggero e morbido, ma sa essere, parimenti, ampio e carnoso,
ripresentando, con ordine, le belle impressioni olfattive, a iniziare dalla
esuberanza della frutta che si lascia avvolgere in una spirale molto speziata –
cannella e macis – e di grassa mineralità. Una sporgente acidità, conferma e
completa un sorso di precisa misura e armonia, che termina un po’ troppo
velocemente, ma si rivela di beva assai poco governabile.
Più
che degna l’abbinata a cavatelli Rustichella d’Abruzzo, con
normalissimo sugo al pomodoro e un sospiro di peperoncino.
Che, con un sospiro d'aglio, è la base per un sugo basico&basilare per la sopravvivenza culinaria, seduti al tavolo, con una buona bottiglia delle tue è meglio
RispondiEliminaNon mi sopravvalutare troppo che le mie eno-sbandate ci sono eccome, sovente dietro una curva ;)
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