A Crouttes sur Marne - Vallata della Marna, a
metà strada tra Epernay e Parigi, molto ai margini della Champagne – c’è questa
piccola e giovane maison di propriétaire récoltant-manipulant, da
tre generazioni. Dopo un percorso iniziato nel 1998, l’azienda è
certificata biodinamica dal 2006, tutti i vini fanno non meno di 4 anni sur lattes, con dégorgement et remouage à la main.
A queste latitudini c’è tanto, tantissimo Pinot
Meunier, spesso e volentieri usato come vitigno da taglio e, per farla
breve, dei tre principali vitigni, il parente povero, quello che fa il lavoro sporco, tra molti
cazziatoni e pochi onori.
Ancorchè ultimamente vi sia più attenzione e
considerazione verso questo vitigno, fare vino di qualità con questa materia –
dalle mie parti si dice “…voler estrarre il sangue da una rapa” – non è affatto
semplice e servono impegno, lavoro e passione in dosi massicce. Doti di cui non
difetta "La Dame" Françoise, ben assistita dal figlio Vincent.
La boccia di oggi – sboccatura aprile 2012 - esprime,
principalmente, la vendemmia 2007 e vede dominare, ovviamente, il Pinot Meunier
per l’80% con lo Chardonnay e il Pinot Nero che si dividono, in parti uguali, la
restante posta.
Oro che luccica nel vetro, di effervescenza
fine e continua.
I profumi, eleganti e intensi, imboccano
subito la strada della frutta mediterranea, tanto quella secca, quanto quella
matura. Si attacca con il melone, la pesca e l’albicocca, l’arancia e il
pompelmo rosa, per concludere con tocchi di dattero e mandorla, non prima di aver rimarcato quanto questo cesello si
basi su una solida trama gessosa.
L’assaggio è improntato, in primis, ad un inflessibile equilibrio tra potenza e
freschezza, e alla puntuale conferma degli aromi individuati nel tratteggio
olfattivo, con una convincente fusione tra note agrumate, anche confit, e
l’impianto gessoso.
Sorso ampio e scattante, profondo e di ricca personalità
aromatica, con richiami finali a mandarino e albicocca essiccati.
Chapeau-bas,
Madame.
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