Estremo sud dello Jura, o Giura, nel Revermont,
in quel di Rotalier, con Jean François, dopo molti anni passati come maître de chai, presso Marc Morey, a Chassagne
Montrachet, come rappresentante della diciassettesima generazione di questa
famiglia di vignaioli, de père en fils
depuis 1650.
Cultura biologica dal 1998 e biodinamica dal
2006, selezione super parcellare, con vini mai meno di due anni sui lieviti,
ovviamente indigeni, e praticamente alcun intervento: niente solforosa, né
chiarifica, né filtrazione.
Questa arriva da vigne del 1986, su suoli
calcarei e porta il nome della figlia.
Oro intenso che gratifica la vista, mentre il
naso, definito e pulito, attacca su note di agrumi – cedro e pompelmo - di pera,
pesca e banana, qualche fiore, mandorla e un’idea di miele. Mineralità che
viaggia, viva e spedita, a braccetto con un carattere gradevolmente sapido.
Purezza e solidità puntuali anche al palato,
che risulta ricco e di spessore, in virtù di un freschissimo côté fruttato che si incastra, di
giustezza, in una trama minerale davvero completa. Tensione e integrità di un
sorso giovane che chiude, persistente, su tocchi iodati e di frutta bianca.
Bevuta elegante e delicata, che contiene già i tratti della profondità, che
saprà regalarmi tra qualche anno.
Un bel viaggio con il bassone synth di Jealousy di Roisin Murphy.
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