I vini di Alois Ochsenreiter, titolare anche di Haderburg, sono di casa, su questi
pixel. Sono di casa per tanti motivi, in
primis, perchè sono buoni e mi piacciono; poi perchè conosco abbastanza
bene questa famiglia di viticoltori, essendo stato più volte da loro e, last
but not least, conosco bene la loro filosofia, che ritrovo in tutti i loro
vini, nitidi, precisi e modello di espressione del terroir. Per me può bastare.
Mi piace il Kerner - l'incrocio, creato nel
1929, tra la schiava grossa ed il riesling renano - in particolare quello di
Alois, il mio preferito.
In questo calice, c’è una cifra di fresca
mineralità rocciosa, notevole al naso, di più in bocca. E poi la frutta
tropicale – avocado e ananas - gli agrumi – cedro e lime – e delicati sentori
vegetali, il fieno, lo sfalcio delle erbe che crescono in queste vallate, praticamente
incontaminate.
Corrispondenza spiccicata naso-palato, dove
una dritta acidità trasforma un sorso da affilato a vorace, per una bocca,
ampia e stratificata, asciugata da tanti, piacevolissimi, sentori di roccia
cristallina.
Per me può bastare.
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