Raccontare dei vini del Maestro lauretano,
come lo definisce qualcuno, è sempre un coltello a doppia lama, giacchè il
rischio di scrivere corbellerie, miste a ovvietà, non è dietro, ma davanti l’angolo.
Uve Montepulciano d’Abruzzo in purezza,
vinificate in rosato, fermentate spontaneamente, grazie ai lieviti indigeni, senza
alcun controllo della temperatura, affinate per circa otto mesi in botti grandi
di quercia e non filtrate.
Rosa cerasuolo di fascino, con riflessi
corallo, per un naso magistrale.
Freschissimo, più frutta che fiori: arancia
rossa e ribes, fragola e melograno, un tocco di glicine e una nota minerale di
formidabile taglienza, unita a spunti tostati e affumicati.
In bocca è ricchissimo, armonico e
multistrato. Magnifica la rispondenza gusto-olfattiva, che si traduce in
assoluto piacere liquido. Una grana tannica finissima e un’affilata acidità, sprigionano
sorsi di impeccabile equilibrio, complessi e molto persistenti, con un finale di
visciola misto a cuoio e sensazioni sapide e fumé.
Impossibile bere altri Cerasuolo, o rosati tout court, senza pensare a questo.
Difficile berne altri, dopo.
Un poeta romano ha detto che questo vino "sta agli altri rosati come la poesia scritta sta alla televisione"
RispondiEliminaSommo Duca, che ha nominato le visciole, le chiedo se ci possano stare anche abbinamenti azzardati quali pecorino di fossa, pasticceria secca, oppure ci illumini, oltre a lasciarci a bocca asciutta, (le foto non bastano), Lei ci lascia anche a pancia vuota
Io l'ho abbinato a zuppa di pesce ma credo che possa starci con quanto tu suggerisci.
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