domenica 28 ottobre 2018

Vini di Vignaioli Vins de Vignerons 2018 | Fornovo di Taro (Pr)



Domenica 4 e lunedì 5 novembre – sègnati le date - presso Fornovo di Taro (Pr), è tempo di “Vini di Vignaioli Vins de Vignerons”, manifestazione che quest’anno celebra la diciassettesima edizione.
Oltre 130 banchi di assaggio, di altrettanti vignaioli, italiani ed europei, pronti a farci conoscere i loro vini, ma anche olio e legumi, con possibilità di acquisto diretto.
Non mancherà, come di consueto, una nutrita schiera di aziende dell’agroalimentare di qualità e dell’editoria di settore.
Resta in contatto, col loro sito e le pagine social, per l’elenco completo dei vignaioli presenti e gli orari della manifestazione, nonchè gli ultimi aggiornamenti.

venerdì 26 ottobre 2018

Nino Barraco Grillo 2011



Nino Barraco sappiamo chi è, cosa e soprattutto come lo fa, in quel di Marsala.
A chiacchiere, tutti fanno il vino in vigna. A chiacchiere. Nino, lui, è tra coloro che può sostenere, a pieno titolo e senza tema di smentita, di farlo in vigna.

Stappo e verso nel calice questo liquido dorato e luminoso.
Di primo acchito, un filo guardingo e riservato. Tuttavia, un quarto d’ora gli è sufficiente per non tradire la sua origine.

Al naso è diretto, pulito e franco. Avverto, inequivocabilmente, ciò che le viti, col loro respiro, hanno trasferito negli acini: la salsedine, il salmastro, lo iodio, il sale, il minerale, l’alga. In mezzo a questi vortici marini, si ritaglia il suo spicchio anche un’onda fruttata di agrumi, fichi, albicocche, con una increspatura di mandorla.

Bocca di freschezza vibrante, a fortissima prevalenza iodata e salina, con marginale presenza di frutta gialla. Brevissima la durata del flacone e inversamente proporzionale alla sua persistenza. Sul palato, salmastro e salato, minerali avvolgenze di alga e ostrica, con tocchi finali di scorza di cedro.

Che gran boccia, Nino!



venerdì 19 ottobre 2018

Chateau Simone Palette Blanc 2012




Solamente tre i produttori di questa minuscola denominazione, la cui superficie – 45 ettari – è tra le più confidenziali di Francia. Village di Meyreuil, alle porte di Aix-en-Provence, dove la famiglia Rougier possiede, dal 1830, questo domaine, riferimento e icona della appellation, soprattutto per la declinazione in rosa.

La cuvée è composta da 80 parti di Clairette, 10 di Grenache Blanc, 5 di Ugni Blanc, 3 di Bourboulenc e 2 di Muscat Blanc; passa 18 mesi in barrique, di cui sei sur lies.

E’ dorato, intensamente dorato.
Naso di grande complessità, che inizia con aromi floreali, fieno e tiglio, per lasciare spazio a sentori di frutta – pera e arancia amara - e terminare con una precisa espressione vegetale di menta, salvia e un marcato accento di anice stellato.
Gran bel naso, con i toni boisée, davvero ben integrati, ad arricchire il corredo olfattivo.




Bocca freschissima e armoniosa, all’interno della quale assisto alla trasposizione fedele dello spettro olfattivo. Sorsi elegantemente grassi di mandorla e agrume, spezie e tocchi leggermente salati, con finali contrappunti minerali.
Spiccata persistenza, ad impreziosire una boccia dalla grande personalità.



venerdì 12 ottobre 2018

Bollinger Champagne Grande Année Rosè 2005



I rosè, in Bollinger, videro la luce solamente dopo la morte di Madame Lily, la quale, manifestò, a più riprese, di non amare affatto tale tipologia.

Conoscendo la versione “bianca” della GA, nutro certe aspettative. Il 2005, millesimo con più di un problema – non è il 2002, tanto per capirci - è rosé d’assemblage, con Pinot Nero 72 e Chardonnay 28, con l’aggiunta di un 5% di vino rosso, proveniente dalla celebrata parcella Côte aux Enfants.

La mia boccia – dégorgement settembre 2014 - l’ho trovata “avanti”, mentre l’avrei preferita “davanti”, già dalla cromia, in cui l’arancio, brillante, è più di un semplice riflesso.La delicata espressività del naso è matura: cannella, fiori, pesca e albicocca, profilo boisé sporgente e sigillo minerale non così pronunciato.

Al palato, l’andatura cambia leggermente e si migliora un filo, ma non al punto da farmi ricredere e recedere dalle mie convinzioni. Una maggior freschezza conferisce più dinamismo e ampiezza agli aromi, soprattutto sotto l’aspetto fruttato-speziato, con la bacca nera che cresce e ora “spalleggia” più consapevolmente.

Sorsi di persistenza e lunghezza misurate, con rimandi di fruttini rossi, ribes in particolare, e un notevole carico di tostature.
Come non convenire con lo scetticismo in rosa, non così cervellotico, di Madame Lily?



venerdì 5 ottobre 2018

Denis Montanar Merlot Borc Dodon 2011



 
Circa 13 mila flaconi per questo Merlot, proveniente da suoli sabbiosi, misti argilla, che macera una settimana in vetroresina, solo lieviti indigeni, altri 16 mesi a contatto con le fecce fini, niente chiarifica, né filtrazione.
 
L’assaggio effettuato, tempo fa, a una fiera di vini naturali, mi piacque e mi spinse a comprare alcune bottiglie, anche in virtù del fatto che, abitualmente, non stravedo per questo vitigno; tuttavia, questo di Denis, lo trovai agli antipodi dei soliti marmellatoni ruffianoni. E ora che ho testato più di una boccia, posso sostenere, che avevo “visto” bene.
 
Un bel rubino brillante, con tanta freschissima frutta rossa – ciliegia e ribes, lampone e mora – che si arricchisce di tocchi erbacei e balsamici, con una forte caratterizzazione di mineralità pietrosa e sapida.
 
In bocca si dimostra altrettanto fresco e di affilata carnosità. Niente a che vedere con le morbidezze che si incontrano solitamente. Il sorso è verticale e scattante, con una spina acida che sostiene, e rafforza, la ricchezza del frutto, mentre l’impianto minerale imprime ulteriore slancio. Piacevolissimo e di buona persistenza, scatena beva compulsiva e appaga il palato, fino alla fine, con sensazioni balsamiche e saline.
Ottimo anche nella stagione calda, servito fresco.