domenica 31 marzo 2013

Doc Nebbiolo d'Alba 2007 Cappellano







Il più antico vitigno autoctono a bacca nera del Piemonte, il Neb(b)iolo, Teobaldo lo pronunciava come lo si chiamava un tempo, senza la doppia “…perché è più dolce”.

Nel calice ritrovo un rosso granato trasparente, diafano. Un’onda balsamica precisa e pulita con refoli speziati, palesa gradualmente aromi intensi di tabacco da pipa in primo piano, seguiti da sottobosco, cuoio e ferro, ciliegia, mora e viola.

Questi limpidi segni olfattivi hanno una più che coerente ripresa gustativa dove l’assaggio, freschissimo, é marcato da forte presenza di tabacco, ed il richiamo degli altri aromi nasali é speculare e sincero. Vivida acidità, profondi tannini e padronanza integra del tenore alcolico – qui si viaggia a quattordicipuntocinque, mica capperi – esaltano l’armonia e l’equilibrio, mai in discussione, del sorso. Un gradevole, e lungo, solco mentolato-speziato salda questa bevuta dalla persistenza duratura e ammirevole.

Mi sfuggono appropriati e calzanti aggettivi che rendano l’idea di bevibilità estrema, cosicché ricorrere all’ormai abusata forma “mostruosa” altro non è che un eufemismo.

Porgo ai miei lettori auguri di buona Pasqua e, se potete, trattatevi bene. Anche a tavola.



venerdì 29 marzo 2013

Due appuntamenti di rilievo




Segnalo, per i pochi distratti, questi due eno-appuntamenti che si terranno nei giorni di venerdi 6, sabato 7 e lunedì 8 aprile. Eccoli, in rigoroso ordine alfabetico:

Viniveri presso l’Area Exp di Cerea (Vr)

VinNatur presso Villa Favorita a Monticello di Fara-Sarego (Vi)

Dato che le due rassegne distano tra di loro, solamente, mezz’ora di auto, chi disponesse di un paio di giorni, potrebbe equamente dividere il suo tempo frequentandole entrambe.
Due interessanti opportunità per approfondire ed accrescere la nostra cultura enoica.





mercoledì 27 marzo 2013

Aoc Crémant d'Alsace Brut Extra s.a. Meyer-Fonné






Alcune settimane or sono, curiosando in enoteca, mi sono imbattuto in questa boccia la cui etichetta mi ha catturato visivamente. Dato il prezzo contenuto – undici eurini, ehm quanto vuoi spendere per un Crémant? – ed essendo la mia prima volta con le bolle d’Alsazia ho ceduto alla tentazione.

Il processo di vinificazione, ça va sans dire, é quello della rifermentazione in bottiglia, con dodici mesi sui lieviti prima della sboccatura. Partecipano alla formazione di questo blend i seguenti attori: Pinot Auxerrois 60 percento, Chardonnay 20, Pinot Bianco 15 e saldo finale di Pinot Noir per una produzione che vaga intorno alle quattromila bottiglie.

Giallo paglierino nel calice con riflessi verdolini. La spuma é abbondante e vivace con bolla grande – bolliciona se mi passate il lemma – e un po’ balenga. Al naso si dichiara con modesta finezza aromatica, con cenni di brioche e fiori bianchi, mela gialla e susina.

Al palato la carbonica é aggressiva e pungente, con discreta intesa olfattiva cui si sommano qualche nota gessosa con esile scia speziata. La vena acida é marcata e, tutto sommato, pur nella sua semplicità, un misurato equilibrio va riconosciuto. La freschezza facilita il sorso che, tuttavia, si estingue svelto e disattende quella mineralità sulla quale avrei scommesso.
Svolge il compitino, come aperitivo, senza acuti.




sabato 23 marzo 2013

Aoc Champagne Royale Réserve Pure Cuvée n° 240 Brut s.a. Philipponnat






Capita che, per millanta motivi, la scelta di alcune bottiglie presenti in cantina venga evitata, rimandata, posticipata, procrastinata cosicchè trascorrono gli anni e lei rimane lì che aspetta la sua ora che pare non arrivare mai. Poi, d’un tratto, scocca l’ora X e hai il privilegio di esserci. Questo è quanto successo poco tempo fa a casa di un caro amico il quale, a fine serata, ha estratto il jolly dalla cantina – e che jolly - forse a sua stessa insaputa. Beato me!

La controetichetta indica che si tratta della vendemmia 2004 con i vini di riserva che contribuiscono nella misura del 17 percento. Il dosaggio è di otto grammi/litro (ahi ahi) con sboccatura avvenuta nel 2007.

Venticinque crus di diverse zone della Champagne e di annate differenti compongono questo assemblaggio dove il Pinot Nero conferisce la quota maggioritaria - intorno al 50 percento -, lo Chardonnay con circa il 35 e il Meunier a chiudere – con percentuali variabili di qualche punto di volta in volta. Va da sé che la puissance della bacca nera del lato meridionale della Montagna di Reims si fa sentire. Tutto questo bel popoderobba passa tre anni sui lieviti prima della sboccatura.

Alla vista un giallo oro carico e brillante, con elegante e sottile effervescenza molto persistente. Al naso c’è ritrosia e diffidenza. Si apre poco a poco, dopo una mezz’oretta, ma con fierezza. In primo piano sentori terziarizzati quali fichi sciroppati, miele, fieno e camomilla. Passa il tempo e la complessità trova piena espressione con olfatto in evoluzione ininterrotta. Tostature di caffè e mandorle, arachidi e champignons completano questo riuscito disegno olfattivo.

In bocca è cremoso, avvolgente ed armonico. Il sorso è pieno, corposo, abbastanza ossidato, tuttavia ancora corroborato da buona freschezza. Profilo olfattivo che si rispecchia, sostanzialmente, nell’assaggio. La parte finale della bottiglia è ricchissima e cangiante sia al naso che in bocca. La spina acida, nonostante i sei – sottolineo sei - anni dal degorgio, assicura ancora ritmo al sorso, che per ovvii motivi è più orizzontale che verticale. Beva sciolta ed equilibrata a dispetto del dosaggio, passato fortunatamente sotto traccia.
Chiude molto lungo, con persistenza notevole, su note sapide, gessose e di caffè con rimandi agrumati.
Una bevuta appagante che non mi sarei aspettato così poliedrica. Peccato averne dimenticata solo una in cantina vero Au?




venerdì 22 marzo 2013

Docg Barolo Sarmassa 2004 Brezza







Di colore granato con lievi riflessi aranciati, si presenta inizialmente chiuso a riccio, concedendo solamente alcool. Dopo alcune ore iniziano a manifestarsi riservati sentori di foglie secche, di sottobosco, qualche fruttino rosso ma è ancora la cifra alcoolica a prevalere. Gli offro ancora tempo – eh sì ho giocato d’anticipo - e, finalmente, si libera un poco dell'ingombrante fardello. Ciò consente agli aromi di esprimersi, seppur ancora in modo contenuto, su note di ciliegia, amarena e mora.

Questo già mediocre ventaglio aromatico incontra, tuttavia, poca ed insufficiente espressività nella parte gustativa, con il ritorno in auge del tenore alcolico. L’equilibrio acido-tannico è in bilico, a tratti precario, con un sorso  tutt’altro che agile su cui cala una poco dinamica e breve chiusura.

Per mia sfortuna, tocca appuntare un continuum con l’altra bottiglia recensita a dicembre qui – non cerco sterili paralleli essendo crus e millesimi differenti . Va da sé che da questi stappi l’aspettativa è di ben altri, e alti, livelli. 


mercoledì 20 marzo 2013

Docg Barbaresco Boito 2004 Rizzi






Ci troviamo a Treiso e questo Barbaresco Boito nasce da uve selezionate all’interno del cru “Rizzi”.

Il colore è di un granato brillante leggermente scarico.
Quadro olfattivo circostanziato, dotato di pulizia ed eleganza. Ampio negli aromi di fiori secchi, liquerizia, geranio, china, sottobosco e cuoio. C’è una bella cifra di rosa con nuances di lampone, ciliegia, cenni minerali e speziature.

Bicchiere di grande freschezza gustativa con tannino raffinato e teso. Il sorso, coerente ed invitante, offre incisivi ritorni fruttati e ripropone la complessità e l’eleganza già riscontrate al naso, ampliandole. Acidità in primo piano con beva tutta in scioltezza.

E’ vino di grande struttura, tuttavia ben equilibrato nel rapporto acido-tannico, con puntuale controllo dell’alcol. Chiusura dinamica all’insegna della freschezza con grande slancio e lunga persistenza. Può tranquillamente riposare ancora. Bravo Enrico, ottima bevuta.

Vi suggerisco una visita in cantina per scoprire e conoscere - oltre ad una bella gamma di vini a prezzi sensati - la famiglia Dellapiana, per inciso persone vere e genuine.
Vale il viaggio, garantito.



sabato 16 marzo 2013

Doc Alto Adige Gewϋrztraminer 2009 Haderburg





Questa bella azienda, con sede in località Pochi, giusto sopra Salorno in provincia di Bolzano, coltiva in biodinamica circa 11 ettari suddivisi tra due tenute: Hausmannhof e Obermairlhof.

Le uve di questo Gewϋrztraminer arrivano dai vigneti della frazione Ronchi nel comune di Termeno.

E’ di un bel giallo paglierino con riflessi dorati. Bouquet delicato e dal varietale inconfondibile con l’aspetto aromatico non troppo sparato e posticcio. Naso erbaceo, verdissimo, con in più note di rose, di spezie, di chiodi di garofano e cenni di idrocarburo e pietra focaia.

L’ingresso è fragrante ed equilibrato. Al palato è secco con buona freschezza. Il gusto è pieno ed armonico. Si affacciano aromi fruttati e speziati. Buona persistenza e chiusura su ricordi di mandorla. Tenore alcolico che nella parte finale fa sentire il suo peso - 14 gradi - non indifferente.



mercoledì 13 marzo 2013

Doc Barbera d’Alba Cascina Francia 2009 Giacomo Conterno






Questa non è un’azienda, è l’Azienda, è l’Icona di Langa, famosa in tutto il mondo per l’assoluta qualità dei suoi prodotti. Secondo Roberto, questo è il millesimo perfetto per la Barbera e se lo dice lui…

La veste è rosso rubino scuro e intenso.
Naso ricco e di grande complessità, dove spiccano sentori di rosa, ciliegia, lampone e mora. Molto percepibile l’anguria. Rilascia ancora spezie, liquerizia ed erbe aromatiche.

Il palato, molto elegante e di carattere, risulta essere nient’altro che la riproposizione - in toto - del percorso olfattivo. E’ barbera voluttuosa, invitante, ti trafigge con il suo succo. Molto generosa di frutto con mineralità marcata. Bocca davvero convincente, con acidità coinvolgente. Una grande freschezza regge benissimo un importante tenore alcolico.
Finale lungo, complesso e rinfrescante con retrogusto di more. Una bevuta aristocratica.

Un bicchiere via l’altro e troppo presto ti rendi conto che la boccia è vuota, malinconicamente, disperatamente vuota. La prossima volta sarà formato magnum.


sabato 9 marzo 2013

Aoc Champagne Cuvée Vive Grand Cru Extra Brut s.a. Claude Cazals






Ci troviamo a Le Mesnil-sur-Oger – Costa dei Bianchi – e Claude tra le altre cose fu l’inventore della gyropalette. La maison ora è condotta con grande maestria e polso fermo dalla figlia Delphine - persona splendida - che ho avuto il piacere di conoscere lo scorso anno nel corso della visita in Champagne.

L'incontro è stato oltre che piacevole – lo confesso, quasi ubriacante sotto tutti gli aspetti - pure proficuo in quanto la degustazione si è protratta per un paio d'ore dove è stato possibile (de)gustare tutta la linea con particolare attenzione a millesimi parecchio datati. Tutta la gamma produttiva è improntata a Champagne dritti, pochissimo o punto dosati il cui scopo è far emergere l'autenticità del terroir.

Questo extra-brut, elaborato senza aggiunta della liqueur de dosage, è paglierino timido con leggere sfumature verde brillante ed una effervescenza regolare anche se un pò irruente. L’iniziale nota citrina arrogante, si ridimensiona dopo alcuni minuti. Emerge così la pura craie di Le Mesnil, inconfondibile, cui seguono note tostate e di pasticceria, fiori bianchi, mandorla, miele ed agrumi.

In bocca è secco, equilibrato, sostenuto da giusta freschezza. Il sorso si rivela sapido e minerale, affilato – droit - con acidità nervosa. Buon allungo con finale ammandorlato.

Un ottimo partner da aperò, da intro serata, e con i giusti abbinamenti anche qualcosa in più.


mercoledì 6 marzo 2013

Docg Chianti Classico Vigneto Bertinga 1990 Castello di Ama






Ultima annata prodotta di questo cru imbottigliato separatamente giacché dall’anno successivo i circa undici ettari di vigneto sono confluiti, insieme al vigneto San Lorenzo, nel Chianti Classico Castello di Ama. Delle 13.600 bottiglie prodotte di questo millesimo, la mia è la numero 3048.

Bottiglia aperta con parecchie ore di anticipo. Il tappo quasi interamente imbevuto e spezzatosi in due mi aveva messo di malumore. Molto. Pure troppo. Ricorro urgentemente a rito apotropaico!

Verso nel bicchiere e già alla vista ritornava il sereno sul mio volto. Era tuttavia l'olfatto che mi rassicurava vieppiù e lasciava intuire, fin da subito, la sua razza di fuoriclasse che necessitava solo di sgranchirsi dal lungo sonno. Delicatamente l'ossigeno lo avrebbe preso sotto la sua ala e lo avrebbe condotto sulla Vetta.

Rosso mattonato con unghia aranciata non molto trasparente. Al naso la materia è ancora fresca. Inizialmente emergono sentori ossidati, sottobosco e foglie bagnate.

Quanto più il tempo passa, tanto più si mette a fuoco, si pulisce, si articola e si manifesta compiutamente. La prima peculiarità è l’eleganza. Si percepiscono frutti rossi sotto spirito, ciliegia, amarena, liquerizia, tabacco, goudron. Aromi cangianti, in continua evoluzione. Ancora spezie, ginepro e una nota di zolfo, di fiammifero bruciato, di polvere da sparo.

La bocca, precisa e con un allineamento olfattivo esemplare, é inizialmente monopolizzata dalle note balsamiche. Si riaffaccia il tabacco, con ritorni di more, ciliegie ed amarene. Bocca calda con tannini vellutati ma mai domi. Finale di radice di liquerizia e spezia dolce. Freschezza e spalla acida ancora in gran spolvero. Alcol in netto equilibrio. Chiusura da oscar, lunghissima, infinita. Bottiglia al suo apogeo.

Eleganza ed Emozione. In purezza.



sabato 2 marzo 2013

Doc Alto Adige Kreuth 2009 Terlano





Questo Chardonnay in purezza affina per otto mesi in tradizionali botti di legno. 
E’ di un giallo paglierino abbastanza luminoso. All’olfatto concede frutta esotica, agrumi e pesca.

L’attacco in bocca, leggermente dolce, non è granché sintonizzato con il quadro olfattivo. Il profilo aromatico è abbastanza reticente con discreta sapidità. Bocca piuttosto indietro rispetto al naso. Delle note erbacee, unite a mineralità lieve, completano un sorso il cui slancio è compromesso da una carente freschezza. Una nota di nocciola tostata chiude un finale di breve... lunghezza.
Appena sufficiente, diciotto politico. Questa bottiglia.