venerdì 27 aprile 2018

Tornatore Giuseppina Rossese di Dolceacqua 2015




…Di questi rossese “fantasma”, cerca e ricerca, …uno immancabile…

Immancabile è tanta roba.

…ha colore talmente chiaro che dal rubino trasparente del cuore tocca l’indaco al bordo…

Violaceo profondo e impenetrabile. Il mio Rossese è differente.

…profuma di rose come forse nemmeno le rose, e di liquirizia dolce, fragoline selvatiche, sali termali e timo…

Oltremodo vinoso, ciliegia dilagante ed egemone, insicuro l'approccio floreale.
Il mio Rossese è differente.

…al sorso ha un candore angelico, scivola senza frizioni tra volute floreali, e lascia congedandosi una lieve reminiscenza di agrumi e minerali.

Di palato speculare, ha un frego di attriti e sbandierato impatto alcolico.
Il mio Rossese è differente.
Più precisamente, i miei tre Rossese tre, non una sola boccia, sono (stati) differenti.

(L'aulico e piroettante corsivo, savasandir, è di una guida vini).


venerdì 20 aprile 2018

Domaine Comte Peraldi Ajaccio 2016




Solo 6300 bottiglie nel 2016, per questa convincente interpretazione di uno dei vitigni principi della Corsica, il Vermentino, da una delle proprietà più conosciute dell’isola.

Naso sottile, dapprima su sentori “verdi” di macchia mediterranea, salvia e rosmarino, i quali lasciano campo, in seguito, a fitta mineralità e proiezioni di frutta bianca – mela, pera – e, in fieri, tocchi di acacia e fiori d’arancio.

Palato di vivace freschezza, a basso impatto glicerico, con la frazione minerale che alza la cresta, a discapito di quella fruttata, regalando sorsi pervasi da intense sensazioni salmastre, dimostrando, tuttavia, un lieve, per quanto perdonabile, incedere strutturale.
Finisce moderatamente persistente, con gradevoli rimandi ammandorlati.



venerdì 13 aprile 2018

Alexandre Filaine Champagne Cuvée Spéciale Brut s.a.




A Damery, Vallata della Marna, c’è monsieur Fabrice Gass, ex bottaio della più famosa maison di Aÿ. Un ettaro di vigna, otto parcelle, le tre varietà classiche, per una (micro) produzione che supera, di poco, le cinquemila bottiglie.

Oltre 5 anni fa, su consiglio di un suo amico champenois, dopo un’odissea interminabile per contattarlo, ebbi finalmente la possibilità di conoscerlo e trascorrere con lui un’intera mattinata. Appuntamento alle nove, Rue Poincaré 17, un nome e cognome su un anonimo e minuscolo campanello, lui in cortile, intento a riparare una vecchissima barrique (forse dismessa da Bollinger?).

All’epoca i suoi champagne – due cuvée d’assemblage non millesimate, mentre il primo vintage 2007 (Sensum Vertigo) riposava sui lieviti – non erano ancora conosciuti in Italia. Poi qualcuno, anzi più d’uno, se ne accorse, e ora, a fedele applicazione dell’abituale costume italico/italiota, sono in parecchi ad accampare diritti circa la paternità della scoperta - tramite post, articoli, selfie e interviste peana - e, per conseguenza, a zompare sul carro e a stracciarsi le vesti per i suoi champagne.

Champagne che sono buonissimi, peraltro.
Più facile berli, che descriverli.




La Cuvée Spéciale costituisce l’ingresso di Gass nell’Effervescenza Nobile. Nell’assemblaggio prevale il Pinot Nero – poco sotto la metà – con un 30-35% di Chardonnay e il Meunier a saldare. Niente malò, barrique esauste, almeno 3 anni sur lattes e bassi dosaggi.

Ambiente oxyd, per una bollicina molto fine, e di precisa chiarezza olfattiva.
Parte dritto, speziato e burroso, per volgere su agrumi confit e tocchi floreali e concludere su una incisiva trama salmastro-minerale.

Bocca agile, ampia e simmetrica, orpelli zero e via andare. Materia grassa, cui fa da contraltare una scattante verve acida, per sorsi sapidi, di forte richiamo marino, con scie di nocciola tostata e spezie, su crescente persistenza.

Raccontarne solo adesso, giunto alla fine del mio stock, molto, ma molto massiccio, fatto all’epoca, mi ha permesso di cogliere tanto la rilevante e puntuale regolarità qualitativa, quanto apprezzarne la dinamica evoluzione.