domenica 29 giugno 2014

Doc Alto Adige Chardonnay Gaun 2011 Tenutæ Lageder





Solo acciaio per questo Chardonnay di Lageder le cui uve, provenienti dai vigneti a certificazione biodinamica di Maso Löwengang, affinano per circa sei mesi sulle fecce.

Alla vista è giallo dorato, molto luminoso, con riverberi tendenti al verde.
Al naso sa essere abbastanza complesso, comunque delicato e leggero, con una bella definizione di aromi, mai posticci e bugiardi, che vanno dalla frutta tropicale – banana e ananas – a un piacevole timbro vegetale fatto di erbe officinali e con una buona riga minerale.

In bocca entra fresco, soave e con eleganza. Ritrovo, sostanzialmente, quanto di vero e sincero incontrato nella sua capacità olfattiva. Ottima acidità, alta scorrevolezza di beva e buon allungo, costituiscono gli elementi di questo sorso che si è rivelato equilibrato e armonico.

Più che buono, nella sua semplice onestà e differente da tanti stancanti Chardonnay di questi luoghi.



giovedì 26 giugno 2014

Aoc Champagne Blason Rosé Brut s.a. Perrier-Jouët





Il rosé, non millesimato, di oggi – 50 Pinot Nero, 25 Chardonnay e 25 Pinot Meunier - è chiamato, per la sua lavorazione, rosé de melange; vale a dire, nella fase di assemblaggio della cuvée e prima della presa di spuma, viene aggiunto del vino rosso, che, nella fattispecie, si aggira intorno ai 12-15 punti percentuali.
Sboccatura, come si conviene a molti, troppi, in Champagne, non riportata. Posso solo dire che la boccia sostava da oltre un anno nella mia cantina e, visto il tappo, direi che un altro annetto in negozio, da Madame Salvatori, ad Epernay, se l’è fatto, di sicuro.

Nel calice è rosa scarico - ora più modaiolo descriverlo color buccia di cipolla - ma ci sta anche bene dire di un bel ramato, sempre scarico. L’effervescenza è tantissima e duratura, con carbonica assai fine e persistente.

Al naso una notona – ahimè - dolce che accompagnerà, praticamente, tutto il viaggio, assai breve del flacone, dal bicchiere alla gola. E qui vi ho già svelato, subito, della facilità, o fragilità, di beva.
Sotto questa dolcezza, si intravede un bel frutto che va dal ribes maturo, all’arancia rossa, da un tocco di chinotto ad intensi cenni di rosa e tanta cipria. Poca mineralità e una righina di speziatura chiudono il quadretto.


Il palato – di bolla finissima - rotondo, abbastanza fresco e vinoso, riprende la linea olfattiva, con il suo seguito di dolcezze che, talvolta, coprono la piacevolezza del floreale e dei frutti rossi. Qui - vado a spanne - si dosa intorno ai 9barra10 gr./l. e senz’altro, anche una acidità non formidabile, fatica a tenere al guinzaglio la liqueur, ancorché, a tratti, le dolcezze iniziali del sorso siano bilanciate da note finali piacevolmente amaricanti.
Termina non molto lungo e con discreta persistenza, tuttavia, come ricordato, con frenetica bevibilità.

Avrei preferito un po’ meno dolcezze, anche se un po’ lo avevo previsto e tutto sommato, l’abbinamento con insalatina tiepida di polpo del Mare Nostrum, patate del mio orto e olio evo biologico grossetano, si è rivelato tutt’altro che peregrino.

Se siete in zona conquista “quota rosa”, come la chiama Marco 50&50, lo suggerisco perché, ne sono certo, la privilegiata saprà apprezzare. Poi toccherà a voi, amanti degli orizzonti verticali, portarla, poco alla volta, su sentieri più ruvidi ma, sia chiaro, senza metterla in pericolo.
Questo, nondimeno, è un altro paio di maniche.




lunedì 23 giugno 2014

Aoc Palette Blanc 2010 Chateau Simone





Sono solamente tre i produttori di questa minuscola appellation, la cui superficie – 45 ettari – è tra le più confidenziali di Francia. Ci troviamo a Meyreuil, alle porte di Aix-en-Provence, e qui la famiglia Rougier possiede, dal 1830, questo domaine che è considerato il riferimento della denominazione, soprattutto per la declinazione in bianco.

Si tratta di una cuvée composta da 80 parti di Clairette, 10 di Grenache Blanc, 6 di Ugni Blanc, 2 di Bourboulenc e 2 di Muscat Blanc; passa 18 mesi in barrique, di cui sei sur lies.
E’ dorato, non troppo intenso. Al naso, sulle prime, si percepiscono aromi floreali, di fieno e tiglio, che, in seguito, lasciano spazio a sentori di frutta – pera e banana - e terminano su una bellissima espressione vegetale fatta di menta, basilico, salvia e un marcato accento di anice stellato. Gran bel naso, con i toni boisée che, fortunatamente, restano circoscritti e ai margini.

In bocca è fresco, con una buona acidità e, tutto sommato, anche equilibrato e di struttura; tuttavia si avverte, assai poco, la traduzione in sapori dello spettro olfattivo; in altre parole, c’è poca corrispondenza, se non per qualche cenno vegetale, con la nota legnosa che si fa più pronunciata. Lunghezza e persistenza, non pervenute.

Meglio, indiscutibilmente meglio, al naso, che al palato.
Non me la sento, onestamente, di ascrivere queste carenze ad un flacone poco performante. Più probabilmente, sarà la mia mancanza di feeling con gli assemblati, che mi bracca e mi affligge.

Resta il fatto – rammarico - che 29 euri, franco cantina, non sono bruscolini. Si consolida la regola, non scritta, che i cugini sanno farsi pagare, profumatamente, sempre e a prescindere.





giovedì 19 giugno 2014

Un Mare di Champagne Alassio 2014 | I miei assaggi





Sì, proprio un mare, travolgente e vorticoso, di Aristocratiche & Blasonate Effervescenze Francesi.




Una cornice - Grand hotel Alassio - degna del suo contenuto, una organizzazione - Macramè - attenta e inappuntabile, un affiatamento tra le varie componenti privo di sbavature, una impeccabile cura delle temperature di servizio, per un evento che sta crescendo in termini di qualità e quantità.









Tutto ciò è stata la seconda edizione di Un Mare di Champagne.
Alla fine erano ben oltre il centinaio le etichette in degustazione, con alcune gemme di altissimo profilo. Moltissime conferme e parecchie rivelazioni.




Omaggio al rosa, per partire



Souple & Gourmande







Un rosa che osa, fragola e mela rossa







Questa, con calma e alma, a breve, su questi pixel




Controllata o controllore?




Un salto nella Côte des Bar
Maresciallatevi questo rm di Celles-sur-Ource



Dalla petite Montagne de Reims, 60 Chardonnay & 40 Pinot Nero
Non chiamiamolo base. Maresciallare, pure lui, sulla fiducia 




70 Pinot Nero, 30 Chardonnay, 46 mesi sur lattes, sboccatura maggio 2013
Ricche Eleganze Minerali



Piacevole e un filo piacione




Come farne a meno? Un assegno circolare



 Da vigneti di Ay un bdb(?) - si proprio Blanc de Blancs - abbagliante e trascinante
Struttura, sapidità e profondità minerali


Due gemme dalla Costa dei Bianchi


60 Chardonnay Chouilly GC e 40 Pinot Noir Ay GC. Finesse & Puissance



Il gesso liquido di Cramant. Raffinate freschezze saline


Pensate a un numero che inizia per 7 e finisce per 7



Mais oui, bien sûr




La conversione sulla via di (D)Am...bonnay sta premiando


Due "gessati", dritti e pungenti da Mesnil sur Oger


    




Mineralità salmastra


Fame


& Sete





Largo ai millesimati



Grandissimo millesimo
Il superbo equilibrio di Alexandre C.-T.








70 Chardonnay 30 Pinot Nero: Texture, Tensione, Armonia



in fasce ...


Assemblage 2004 e...



... dommage berli ora


Il Podio


Si sta avvicinando ai livelli del '96, (spiaggiatosi tanto tempo fa su Vinondo)
Leggère evoluzioni, ma freschezze intatte



Esclusivamente da villaggi GC, 50 Pinot Nero 50 Chardonnay
Bocca deliziosamente lunghissima, infinita e in grandissima progressione


Sul gradino più alto


La signora Françoise Bedel, da Crouttes-sur...-Marte (Marne)!!!
Dopo 14 anni sur lattes, Robert Winer 1996, l'Unico
Maîtriser le Pinot Meunier


Ceteris paribus, l'edizione 2015 vedrà la consacrazione, definitiva, dell'Evento




 En attendant la prochaine, Godo(t).





lunedì 16 giugno 2014

Aoc Champagne Blanc de Blancs Brut s.a. Fournier Thierry





Ci troviamo a Festigny, piccolo villaggio della Vallata della Marna e questo champagne di récoltant è Chardonnay in purezza.

E’ dorato con riflessi verdolini e spuma sì esuberante, ma lesta.
Al naso si percepiscono note burrose, fiori bianchi, pera, pesca e un tocco di nocciola.

Entra abbastanza secco, con carbonica non propriamente finissima, considerando che passa tre anni sui lieviti. Ritrovo verosimiglianza con gli aromi del profilo olfattivo. Ha buona acidità, altrettanta struttura e piacevole freschezza, con un dosaggio sensibile che, tuttavia, non pregiudica, assolutamente, una beva disinvolta.
Un po’ breve e di discreta persistenza, con finale caratterizzato da sapida mineralità.

Una boccia da aperitivo, spendendo, negli iper francesi, anche qualche eurino in meno dei nostri metodo classico entry level.



sabato 14 giugno 2014

Docg Barbaresco Santo Stefano 2006 Castello di Neive




La sottozona Santo Stefano (Albesani) è una delle più vocate, non solamente del comune di Neive, ma della intera denominazione e la cantina di Italo Stupino è tra quelle di riferimento.

Nel calice, il rosso granato, compatto e trasparente, assume qualche riflesso aranciato.
Molto varietale già al naso. Complessità ed eleganza che non si fanno attendere. Dapprima aromi intensi e puri del frutto – amarena, prugna e ciliegia sotto spirito – seguiti da un nitido floreale di viola e rosa, un tocco ferroso-terroso, con un finale di cacao e ventate balsamiche.

La bocca è compatta e fedelmente schierata con il canovaccio olfattivo. Entra asciutto, vibrante e corredato di solida struttura, la quale doma, senza esitazioni, il massiccio impianto alcolico. Il preciso quadro fruttato e floreale è percorso, elegantemente, da aromi di macchia boschiva, sfumature di spezie, tabacco e cuoio.

Sorso di fresca acidità, bilanciato e di fine tessitura tannica, con beva invitante e disinvolta; a completamento lunghezze e persistenze significative. Chiude balsamico e sapido, con refoli di tabacco e cioccolato amaro, sublimato da gustoso agnello sambucano al forno.


giovedì 12 giugno 2014

Un Mare di Champagne 15 - 19 giugno 2014 | Alassio



A tutti gli appassionati di Champagne, segnalo la seconda edizione di un appuntamento imperdibile, dopo il successo dello scorso anno.
Grazie all'organizzazione curata dal Consorzio Macramè, che riunisce sette ristoranti di Alassio - Gabbiano, Lamberti, La Prua, Mozart, Palma, Panama, Sail Inn – è attesa una settimana fitta di eventi che si terranno proprio nella splendida cittadina ligure.

Il lancio della manifestazione avverrà domenica 15 giugno – Champagne & Moda - con le boutiques del centro allestite a tema e angoli degustazione.

Si prosegue il pomeriggio di lunedì 16, presso la meravigliosa terrazza del Grand Hotel Alassio & SPA, per la degustazione di Champagne – 50 Maisons per un centinaio di etichette – in abbinamento alle eccellenze gastronomiche – gamberi, ostriche, salumi iberici, fuà grà - selezionati da Selecta.
La serata si concluderà, per chi lo vorrà, previa prenotazione, presso uno dei 7 Ristoranti Macramè con un menù degustazione dedicato allo Champagne a 70 euri, compresa una boccia di Champagne ogni due persone. 

Il closing - giovedì 19 giugno dalle 21 - sarà direttamente à la plage, all’Essaouira di Albenga. Ancora Champagnes, abbinati ai Gourmet Finger Food preparati dagli Chef Macramè, nonché dj set con la sax performance live di Paolo Parpaglione.

Maresciallatevi le date, imprescindibili.

Info & prenotazioni 366 4815006, info@macrame-alassio.it





mercoledì 11 giugno 2014

Doc Alto Adige Chardonnay Hausmannhof 2012 Haderburg





Del signor Alois Ochsenreiter, che con i vini delle sue due aziende occupa costantemente questi pixel, ho più volte raccontato e tessuto le lodi, ergo mi dirigo, dritto, al vino di oggi.

Negli ultimi tempi non stravedo per questo vitigno, ancorchè ciò non significhi che, per contro, abbia saltato il fosso e mi sia iscritto al partito dell’A.B.C. – Anything But Chardonnay, tutto fuorché Chardonnay.
Proprio in seguito ad una serie di bevute poco felici – eufemisticamente scrivendo – di questo vitigno internazionale, ho scelto questo, prodotto da una azienda di assoluto riferimento, non solo dell’Alto Adige.

Nel bicchiere un giallo paglierino tenue, luminoso e con riflessi verdolini. Il naso è ricco di molteplici e delicate sfumature aromatiche che vanno da aromi tropicali - banana in particolare – alla mela e pesca, dal fieno all’origano, all’interno di una cornice a forti tinte minerali.

All’assaggio è fresco, sapido ed equilibrato, con un sapore secco e retto da tersa acidità. Decisamente coerente con le impressioni olfattive, la parte fruttata ben integrata con quella vegetale, un sorso che procede in scioltezza e di ottimo allungo, sono questi i tratti distintivi di un flacone che è evaporato alla velocità della luce.

L’ennesima conferma, repetita iuvant, della serietà di questa azienda e della assoluta qualità dei suoi prodotti.




Racconto altri vini di Haderburg a questi indirizzi: