venerdì 30 dicembre 2016

Bollinger Champagne Brut La Grande Année 2000




La GA costituisce, con l’omonima sorella rosé, affiancatasi in un secondo tempo, una delle due cuvée de prestige della famosissima maison di Aÿ.

La versione in bianco, nasce da un assemblaggio di 63 Pinot Nero e 37 Chardonnay, frutto di un blend di 16 cru - 76% GC e il restante PC - fermentazione in legno, malò sempre svolta, bouchon liège e almeno 5 anni sui lieviti, con remuage manuale.
La mia boccia, ne sconta quasi 9, di anni sur lattes, vista la sboccatura del gennaio 2010.

Le iniziali sensazioni olfattive, sono largamente improntate all’insegna della maturità, a partire dal frutto - tanto agrume e mela cotogna - con note di burro, miele e cacao, intense tostature, con mineralità un filo umbratile.

Lo scorrere del tempo aiuta e “allarga” il naso, procurando giovamento anche al palato. Perlage finissimo, impatto in bocca cremoso e di discreta freschezza. Sì, solo discreta. Assisto al ritorno delle connotazioni mature, con l’acidità lievemente accomodante, la quale, non mantiene costantemente barra alta e concentrata, finendo per togliere ai sorsi quella tensione e quello slancio - in fin dei conti, si danno quasi per scontati – che creano il cosiddetto “cambio di passo”.
Chiude persistente, con richiami di frutta secca, zenzero e biscotto.

Le aspettative per queste cuvée sono sempre elevate, tuttavia, ancorchè si tratti di un millesimo in chiaroscuro – non propriamente una grande annata – attendersi qualcosina in più è plausibile. 


Effervescenze francesi guidino il nostro 2017. Quelle nobili, ça va sans dire.
Ad maiora.

martedì 27 dicembre 2016

Domaine Rossignol-Trapet Beaune Premier Cru Les Teurons 2008




Ben protetto dai venti, Les Teurons è un piccolo e caldo climat, uno dei migliori di Beaune, dal suolo profondo e di facile, sembrerebbe, conduzione.
Nome omen, in francese antico, significa terra rotonda.
Qui il domaine possiede una parcella di oltre 1 ettaro.

Colore dark, molto concentrato - non il didattico del Pinot Noir - per un naso che sa molto di cannella e incanta per tanta vinosità e freschezza fruttata, maggiormente giocata sulla ciliegia e sui piccoli frutti del bosco – lampone, cassis e fragolina – che non sulla mineralità, a questo stadio, piuttosto introversa.

Basta aspettare ed è proprio la cifra minerale a bilanciare il “peso” del frutto, a livello tattile. Piacevole per suadenza tannica, nonché per lo charme di una bocca che si muove lungo l’asse frutto-mineralità, con quest’ultima che sovente si staglia, conferendo ampiezza a sorsi di contenuta acidità.
Chiusura calda, in lieve debito di allungo, con netti echi speziati.


venerdì 23 dicembre 2016

Perrier-Jouët Champagne Belle Epoque 1999




E’ la cuvée de prestige della casa, nella sua caratteristica boccia Art Nouveau, con anemoni, ideata da Emile Gallé, nel 1902, il cui assemblaggio prevede: 50 Chardonnay, dai villaggi di Avize, Cramant, Le Mesnil-sur-Oger e Oger, 45 Pinot Noir, da Mailly, Aÿ, Mareuil-sur-Aÿ e Ambonnay, con un saldo di Pinot Meunier, proveniente da Venteuil e Dizy.
La particolarità di questa gemma, consiste nel fatto che lo Chef de cave - Hervé Deschamps – lavora le uve, divise per Cru e parcelle e, successivamente, crea l’assemblaggio finale, senza effettuare alcuna prova, ma seguendo, esclusivamente, la sua sensibilità e il suo savoir-faire.
Cinque anni sui lieviti, non tantissimi, con il vetro che ha fatto da valore aggiunto.

Oro abbagliante, riflessi verdi, di effervescenza finissima e incrollabile tenacia.

Bouquet di freschezza incantevole, che si apre con calma, su delicate note di biancospino, crescendo col tempo in espressività, grazie a splendidi aromi di crema pasticcera, burro fuso e brioche.
Il trascorrere dei quarti d’ora, cesella una trama olfattiva in inarrestabile evoluzione e, ogniqualvolta mi avvicino al calice, scopro nuove sensazioni: da note candite di albicocca, a scorza di bergamotto, da sottili tostature di pregio, alla frutta secca, da spunti di torrefazione, allo zafferano...
Raffinate percezioni, avvolte da una precisa, quanto gessosa, texture minerale.

Il cerchio delle emozioni, nonché la “forza comunicativa” dei profumi, prosegue, con fedeltà e armonia, all’assaggio. Cremosità, fascino ed equilibrio, con la potenza della bacca nera sorvegliata, costantemente, da inflessibile verve acida.
Sorsi stratificati e cangianti, di dinamica presenza gessosa, solcata da nervature fruttate e soffi balsamici.
Finisce…senza finire, incalzante, su dolci ricordi di torrone, mandorla e camomilla, mentre pregevoli tocchi ossidativi ne accrescono la complessità.

Proprio cuvée de prestige, perchè qui, di prestigio, ce n’è una cifra, anzi doppia cifra.




 
Porgo, alle lettrici e ai lettori, i più cari auguri di Buon Natale 2016.


martedì 20 dicembre 2016

Trapet Père & Fils Gevrey-Chambertin 2007




Sempre piacevole, e così facile, soprattutto, accompagnarsi in tavola con vini di grandi/ottime annate. Nondimeno, anche interessante leggere le risultanze enoiche di quei millesimi, il cui andamento stagionale abbia subito scosse meteorologiche di varia natura, determinando risultati, talvolta, contrastanti.

Non saprei se il 2007 in Borgogna sia stato più debole, o più complicato, ovvero proprio debole perché problematico. Resta il fatto che sovente il manico aiuta, ma non sempre.
Non qui, non stavolta.

Un assemblaggio di quattro lieux-dits - Petite Jouise, En Dérée, Combe e Champerrier – che presenta poche concessioni olfattive. Qualche aroma fruttato, un misurato impianto minerale, già un po’ stanco, quanto a freschezza.

All’assaggio, non cambia l’andatura, la bocca molto simile al naso, con quella acidità sfocata, la quale consegna sorsi piatti, monotoni, proprio a causa di quella spina acida che non è mai arrivata.

Quando non basta il manico, pur da un domaine di riferimento.


venerdì 16 dicembre 2016

I miei Champagne 2016




Non una classifica ma, molto più modestamente, i miei Champagne preferiti, bevuti e raccontati, in questo 2016, e che potrebbero trovare posto sulla tua tavola, in queste festività.
Non si tratta di bottiglie introvabili – non di quelle che ti suggeriscono gli sboroni in questi giorni - viceversa, tutte, più o meno facilmente, ancora reperibili in enoteca, piuttosto che sul web (scelta questa, quasi obbligata per vecchi millesimi) e in una forchetta di prezzo compresa tra 35/45 e 70/80 euri.
Con l’eccezione dell’ultima bolla, la quale “buca” la forbice (sui 120 eurini online), semplicemente perché è coup de cœur e a quello non si comanda.

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