Aube, Côte des Bar, Urville. Questi sono i «terroni» della
Champagne. La parte sud, molte volte reputata, ingiustamente, minore ma dove i nordisti si riforniscono da sempre, a
piene mani, di Pinot Noir per strutturare e/o completare i loro assemblaggi.
Numericamente
Drappier è il più grande produttore di questa fascia della Champagne – attorno
al milione bottiglie - con un centinaio di ettari coltivati prevalentemente a
Pinot Noir. Suggerita una visita alle sue cantine cistercensi del 13° secolo ed
ai suoi super formati del Carte d’Or –
si arriva fino ai trenta litri del Melchisedech.
Questo
brut nature è declinato in due
versioni: con o senza solfiti. Io ho scelto quella priva. Dunque Pinot Noir in
purezza, solo il succo della prima spremitura - la
cuvée - non dosato e non filtrato,
con sboccatura marzo 2012.
Giallo
dorato nel calice con una effervescenza piena, abbondante ma rotondotta di
dimensione. Al naso cattura per freschezza, con nocciole, agrumi – forse un
pelo troppo citrino – la pera Williams e una robusta mineralità.
Al gusto
convince per cremosità, secchezza e droiture. Piacevole
la coerenza con la trama olfattiva, cui si associa una precisa nota di frutta
secca. La spalla del Pinot Nero ed una solida ventata sapida e minerale qualificano
un sorso la cui persistenza è alquanto lunga. Rigorosa pulizia di esecuzione
per una piacevolezza di beva trascinante ed inarrestabile.
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