Vi
risparmio il pistolotto su Piero
Palmucci, fondatore di questa giovane azienda (1989) diventata nel volgere di
breve tempo riferimento assoluto per il Sangiovese; così come evito altri bla bla - non ultimo il recente
passaggio di proprietà - giacchè è impensabile che un appassionato enoico non
conosca Poggio di Sotto, anche solamente per sentito dire.
Ti
conquista già con quel rubino luminoso e trasparente. Nel calice rivela
eleganti profumi di rosa, prugna e mora che si mescolano a tocchi ferrosi, di
tabacco e sottobosco. Cenni speziati caratterizzano, in chiusura, questo ampio
e scrupoloso disegno olfattivo.
Dati
questi preamboli, il sorso non potrebbe (e non lo è davvero) essere da meno.
Freschezza integra, succosità, coerenza, struttura pregevole, vena acida raffinata,
tannino sferzante e peso dell’alcol calibrato, segnano, in modo inequivocabile,
l’assaggio che termina - dopo persistenza davvero lodevole - su ritorni
aromatici che riflettono sia le note fruttate, sia le spezie.
Rosso
di Montalcino o Brunello???
Un neo? Verrebbe da dire il prezzo, perché si tratta di una bottiglia molto
costosa – non meno di 35 euri a scaffale - forse il RdM più costoso che esista.
Va da sè che con queste cifre si acquistano già ottimi Brunello e gli esempi si
sperperano. Tuttavia non è mia intenzione spacciare
il costo per imperfezione, anzi. Si tratta di trovare un punto debole ad un vino che
non concede, in buona sostanza, appigli cui aggrapparsi per muovere obiezioni
rilevanti, ben sapendo, comunque, che la qualità ha un suo valore che si paga.
Ritengo, da sempre, il concetto di costo - non solo di un vino ma di un bene in
generale - attenga, come afferma qualcuno, al “diametro della tasca” di ognuno
di noi, alla nostra “attitudine” alla spesa. Qui voglio sottolineare
l’elevata qualità della bottiglia, mantenendo su piani nettamente differenziati
il prezzo e la gioia. E qui di gioia ce n’è
parecchia, credetemi.
Vino molto buono, bevuto da lui già nell'estate 2007, in cantina e fuori, una dietro l'altra, chiedendomi se non fosse meglio il Rosso di Montalcino invece del Brunello, bevuto subito sul frutto, invece che atteso dopo lungo invecchiamento in botte, per farne un complivato più che complesso Brunello
RispondiEliminaE' sempre un piacere avere il conforto delle tue opinioni. È successo anche a me di aver trovato qualche boccia complicata del suo Brunello, mentre ti confesso che il suo RdM, finora, non mi ha mai tradito.
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