martedì 24 settembre 2013

Igp Terre Siciliane Bianco Vignammare 2012 Barraco





Ho incrociato Nino, e i suoi vini, lo scorso novembre a Vini di Vignaioli a Fornovo e alcuni mesi fa, complice una mia breve vacanza in terra siciliana, sono stato a respirare le sue zolle. Subito, per oltre un’ ora nelle diverse vigne; dopo, a casa sua, a rinfrescarmi la memoria, in compagnia di sua moglie Angela e della piccola e affamata Alice – poverina, erano le 20 passate.
E’ stato edificante e didattico muoversi tra i filari dei suoi vigneti, molti dei quali finiscono dove comincia il mare, compresa questa del Vignammare, a Petrosino, in contrada Corleo.

Oltre alla piacevolezza della passeggiata e della conversazione, il vedere la collocazione “fisica” della vigna, servirà per certificare e avvalorare – o sbugiardare - il contenuto del calice; in altre parole “tastare” la traduzione in liquido del vissuto, anche attraverso l’apparato respiratorio, delle piante.
Il vigneto è a cinquanta metri dal mare, le onde ti accarezzano, e veicolati dalla brezza marina, ti raggiungono sapori di sale, alga, iodio che rinfrancano e riordinano i polmoni.

Questo è Grillo in purezza, il 2012 è la prima annata prodotta, con le vigne che frequentano ancora l’asilo – hanno appena cinque anni - e se il buongiorno si vede dal mattino...
E’ un giallo debole, con qualche velatura a spiegare e discolpare l’assenza di filtrazione. Avvicino il naso e sento zampilli di giovinezza; è freschissimo e profuma di mare - più reale dire ne è impregnato - di fiori e di frutta. Mi ghermiscono aromi di ostrica, di iodio, di roccia marina, di sale, con il melone e la pesca a pennellare la parte del frutto.
In bocca riflette, enfatizzandolo, il corredo aromatico, soprattutto nella componente marina, a discapito di quella fruttata. Proprio il mare, con i suoi sapori, ha marchiato questo boccia, per quel quarto d’ora di vita che ha resistito, data l’altissima bevibilità, “esasperata” da soli 11,5 gradi. Un’ acidità appuntita ed accentuati tratti minerali, iodati e salini, timbrano un sorso di tenace persistenza.

Questa bottiglia è l’autografo, in calce, di Nino al concetto, provato e documentato, di territorialità di un vino, dei suoi vini.
Mio caro Nino, il Vignammare non potevi chiamarlo in alcun altro modo. Nomen omen.






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