Sono solamente tre i produttori di
questa minuscola appellation, la cui
superficie – 45 ettari – è tra le più confidenziali di Francia. Ci troviamo a
Meyreuil, alle porte di Aix-en-Provence, e qui la famiglia Rougier possiede, dal 1830, questo domaine
che è considerato il riferimento della denominazione, soprattutto per la
declinazione in bianco.
Si tratta di una cuvée composta da 80 parti di Clairette, 10 di Grenache Blanc, 6 di Ugni Blanc, 2 di Bourboulenc e 2 di Muscat
Blanc; passa 18 mesi in
barrique, di cui sei sur lies.
E’
dorato, non troppo intenso. Al naso, sulle prime, si percepiscono aromi
floreali, di fieno e tiglio, che, in seguito, lasciano spazio a sentori di
frutta – pera e banana - e terminano su una bellissima espressione vegetale
fatta di menta, basilico, salvia e un marcato accento di anice stellato. Gran
bel naso, con i toni boisée che, fortunatamente, restano circoscritti e ai
margini.
In
bocca è fresco, con una buona acidità e, tutto sommato, anche equilibrato e di
struttura; tuttavia si avverte, assai poco, la traduzione in sapori dello
spettro olfattivo; in altre parole, c’è poca corrispondenza, se non per qualche
cenno vegetale, con la nota legnosa che si fa più pronunciata. Lunghezza e
persistenza, non pervenute.
Meglio,
indiscutibilmente meglio, al naso, che al palato.
Non
me la sento, onestamente, di ascrivere queste carenze ad un flacone poco performante.
Più probabilmente, sarà la mia mancanza di feeling con gli assemblati, che mi bracca e mi affligge.
Resta
il fatto – rammarico - che 29 euri, franco cantina, non sono bruscolini. Si consolida
la regola, non scritta, che i cugini sanno farsi pagare, profumatamente, sempre
e a prescindere.
Preferisco il rosè, e credo anche i francesi...
RispondiEliminaHai ragione, comme d'habitude.
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