venerdì 22 maggio 2015

Aoc Champagne Petraea XCVII - MMV Brut s.a. Raymond Boulard et Fils




La réserve perpétuelle, prima che i figli di Raymond – Hélène, Dominique e Francis – intraprendessero, all’inizio del 2010, il proprio percorso professionale.

E’ un assemblato dei 3 vitigni classici – 60 Pinot Nero, 20 a cranio Chardonnay e Pinot Meunier – che si basa sul metodo meglio conosciuto come “Solera”, ma che i cugini, da buoni sciovinisti, chiamano riserva perpetua.
Come recitano i numeri romani in etichetta, sono comprese le vendemmie dal 1997 al 2005, le vinificazioni avvengono separatamente, si ricorre all’uso di barriques, anche nuove, lieviti indigeni, no chiarifiche e filtrazioni.
Il mio flacone ha subito dégorgement il 2 agosto 2008.

Stile ossidativo o ossidazione tout court. Piace? Non piace? Dipende. Qualcuno lo considera un difetto.

Al naso è fresco, ancorchè la declinazione dei sentori sia dominata, giocoforza, dai toni confits. Trovo frutta esotica caramellata, una bella pera, del burro, nocciola tostata e miele, pepe bianco e gessosa mineralità. A sette anni dalla sboccatura, tuttavia, mi sarei aspettato una migliore fusione del legno, che grava sullo spettro olfattivo, con qualche paletto a ostacolare la complessità.

Al palato entra grasso, vinoso e legnoso. L’assaggio evidenzia, maggiormente, il profilo ossidato del sorso che, nondimeno, scopro molto secco, tagliente e di fine effervescenza. Il tempo non aiuta e rimangono, purtroppo, le tante schegge boisé che, andando oltre le semplici tostature, intervengono anche sulla vivacità di beva.
Un vino maturo, un legno giovane: la mia boccia, con qualcosa fuori asse.Oops!


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