Comune di Barolo, confine con la Morra, sottosuolo
caratterizzato dalla presenza delle cosiddette marne fossili di Sant’Agata. Il
Bricco è la parcella sulla sommità, nonché la vigna più vecchia, racchiusa nel
cru Sarmassa – un cru nel cru – di 2,5 ettari con ceppi di oltre 60 anni, eccetto una piccola
porzione, reimpiantata nel 2000.
Inquadrare i Barolo dei Brezza, significa, in primis, lunghe macerazioni e botte da 30 hl.
La mia è la 2.449esima di 5800 bottiglie (più
600 magnum).
Il bicchiere si illumina di un caldo granato
trasparente.
Al naso parte floreale e vegetale, con
profumi di viola, timo e alloro, per poi scoprire un sinuoso fianco fruttato – prugna
e ciliegia, fragolina e lampone – unito a diffusi cenni speziati – pepe e macis
– e inserti di china e cacao.
All’assaggio, la freschezza da Nebbiolo di
razza si alterna, a tratti, con un motore alcolico non sempre in bolla, la
cui frizione slitta di quando in quando. Per il resto, ritrovo materia e
complessità, struttura e dinamismo, con tannino fitto e granitico.
Finale persistente,
per una bocca ardente, avvolta da rabarbaro e radice di liquirizia.
Annata molto potente e longeva - con gli
ultimi tasselli in cerca di incastri millimetrici - che ci regalerà vibranti emozioni.
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