I francesi, lo sai, e glielo riconosciamo
tutti, sono bravissimi nel piazzare i loro prodotti, enogastronomici compresi. E
soprattutto venderli a caro prezzo.
A noi irrita, non poco e lo mal celiamo, questa loro
politica, questo loro modus, di fare
squadra, sempre inattaccabili, sempre compatti e mai in disaccordo davanti al mondo.
Più di un eno-giornalista, eno-blogger etc., non
perde occasione, a fortiori sotto le festività, di criticare certo marketing e
certi prezzi nostrani. I tipi vanno a caccia di super e ipermercati, con l’intento
di scovare cifre da “braghe calate” e poi giù, dagli all’untore, con ironia e sarcasmo, senza esimersi da suggerimenti su alternative politiche di vendita da percorrere.
A chiosare i loro ragionamenti, infine, la ciliegiona sulla torta. Costoro non tralasciano
mai il riferimento ai cugini, che negli anni avrai mandato a memoria, con il solito refrain di luoghi comuni: “…bisogna imparare dai francesi…, loro non si abbassano…”
e altri peana, inzuppati di enfasi.
Invito lorsignori a buttar l'occhio, su queste due foto, scattate la scorsa settimana, in un iper, nei pressi di Lione. Sì, in Francia.
Invito lorsignori a buttar l'occhio, su queste due foto, scattate la scorsa settimana, in un iper, nei pressi di Lione. Sì, in Francia.
Guardino e leggano cosa si sono inventati i francesi: un assemblaggio di diverse uve bianche, di più paesi europei. E
a che prezzo.
Ma quanto sono davanti i miei amici francesi. Chapeau-bas!
Ma quanto sono davanti i miei amici francesi. Chapeau-bas!
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