Dal 1696, 12 generazioni di vignérons, sette ettari di vigne - sei a
Pinot Nero, 1 a Chardonnay - in quel di Aÿ, villaggio Grand Cru della vallata
della Marna, per una produzione di poco inferiore alle 50 mila bottiglie.
Questi, per sommi capi - senza partire dalla notte dei tempi per raccontarti la
storia della maison - i numeri del proprietaire récoltant Gatinois.
Ho visitato l’azienda lo scorso anno, ricavandone
ottima impressione, tante conferme assaggiando tutta la gamma (che in parte
conoscevo) e venendo via con abbondante scorta.
A partire da questo rosé d’assemblage - 85 unità di Pinot nero, 15 di Chardonnay, per
24 mesi sui lieviti – il cui salmone scuro della vista, ti anticipa,
chiaramente e senza ambiguità, il peso della bacca nera.
E’ subito la freschezza di nitide note
speziate a colpire e scolpire le narici, seguite dagli immancabili frutti rossi
– arancia e melograno, chinotto e litchi – con una forte componente di
mineralità salmastra che, mano a mano, assume vieppiù personalità.
L’assaggio conserva, con lucidità, il lessico
olfattivo, raccontando ricchezza di materia, fregiata da vinosità e buon bilanciamento
tra potenza e repertorio aromatico.
Convince la fusione tra il fruttato, le
spezie e la mineralità marina, la quale tenta, e ottiene, più volte, il
sopravvento.
Sorso elegante e verticale, strutturato e di
media persistenza.
Con battuta di fassona e il live 1971 dell’indimenticato
“Mr. Black President” Fela Ransome Kuti (con Ginger Baker).
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