Circa due anni fa, ti raccontai l’annata
2011, dei dubbi che mi lasciò quella boccia, riservandomi, tuttavia, di
ritornare, prima o poi, e sul produttore e sul liquido.
Eccomi qua, altra annata, dopo averne recuperate una discreta quantità (questa è l’ultima), a Vini Veri 2015 – l’assaggio era stato di alto gradimento - e, soprattutto, averle trovate tutte in ottima forma.
Eccomi qua, altra annata, dopo averne recuperate una discreta quantità (questa è l’ultima), a Vini Veri 2015 – l’assaggio era stato di alto gradimento - e, soprattutto, averle trovate tutte in ottima forma.
Il blend
è sempre il medesimo - Malvasia, Trebbiano, Grechetto e Verdicchio – così come
identico è il curatore-vinificatore, Giampiero Bea.
L’incipit
è subito ricco e dinamico, con evidente mineralità pietrosa e verticale, che si
fonde, armonicamente, a vivaci espressioni di frutta, anche esotica – albicocca,
pesca e pera, banana e avocado – con profumi di fieno, altre erbe di campo e uno
spiccato incedere balsamico, che rifiniscono questo chiaro tratteggio
olfattivo.
In bocca freschezza a bomba e puntuale
simmetria con le impressioni percepite durante l’olfazione. Tanta frutta
gialla, a tratti anche matura, nitide sensazioni di timo, alloro e menta, sono
i sapori dominanti di un sorso “grasso”, ma snello – non è aporia - e di retta
acidità.
Beva compulsiva e inarrestabile, per un
finale, lungo e persistente, che mi regala un palato sapido e minerale, piacevolmente
amaricante, con leggeri tocchi di miele e caramello.
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